La battaglia italiana per il salario minimo si riaccende alla ricerca di una via per garantire un innalzamento delle retribuzioni italiane.
La situazione europea: salario minimo è realtà in 21 Paesi
Una sfida che, in altri (molti altri) Paesi nel mondo, e in Europa, molti hanno già vinto: sono solo sei le Nazioni dei 27 che non hanno ancora approvato una regolamentazione minima dello stipendio. Danimarca, Cipro, Svezia, Finlandia, Austria e, ovviamente, l’Italia. Negli altri 21 sono diversissimi gli importi: dai 2.257 euro al mese in Lussemburgo ai 332 della Bulgaria, passando da Belgio (1.658,23 euro), Germania (1.621 euro), Francia (1.603,12 euro), Spagna (1.125,83 euro) e Slovenia (1.074,43 euro). Salario minimo che lo scorso giugno era stato approvato dall’Unione Europea, e che avrebbe dovuto indirizzare gli Stati membri ad attuare retribuzioni sufficienti a un tenore di vita dignitoso, vede il Bel Paese al momento fare orecchie da mercante.
Governo compatto: meglio la flat tax
Nel corso del suo intervento dal palco del XIX Congresso della CGIL (ma anche al question time alla Camera), il presidente del Consiglio ha ribadito la sua contrarietà: “Non è la strada più efficace – dice il premier, secondo cui, invece – la strada più efficace è estendere i contratti collettivi, combattere i contratti privati, intervenire per ridurre i carichi fiscali sul lavoro con il taglio del cuneo fiscale”. Insomma, meglio la flat tax di un salario minimo per tutti. Per la Meloni poi, “la fissazione per legge di un salario minimo rischia di non diventare una tutela aggiuntiva ma sostitutiva”.
Opposizioni alleate sul salario minimo
Per questo, il salario minimo che potrebbe essere anche un comune punto di partenza per accorpare le opposizioni. In molti infatti, nei partiti avversi alla maggioranza di Giorgia Meloni, guardano a questa misura come una possibile linea di partenza per qualsiasi alleanza. Alleanza che, sempre più, sembra invece essere su temi anziché a tuttotondo. In settimana, in commissione lavoro alla Camera, il capogruppo del PD Mauro Laus proverà a far discutere una riforma di legge, convinto che molti temi cari alla Premier siano ripresi da questa proposta, numero 216. Una convergenza che la segretaria dem Elly Schlein cerca negli altri leader di opposizione, cui chiede di marciare insieme per cominciare a trovare sui temi quell’unità che, ora, in parlamento, ancora manca.