Secondo derby della stagione, ennesima bufera. La sfida tra Lazio e Roma è terminata da poco più di ventiquattr’ore e i complimenti per la squadra di Sarri, vincitrice della stracittadina, di nuovo per 1 a 0 come era successo anche nel girone d’andata, hanno già lasciato il posto alla polemica. I cori antisemiti, ancora una volta, hanno segnato il derby. Provenienti dal tifo biancoceleste si sono uditi infatti nel corso della partita di ieri e ad aggravare la situazione l’immagine di un tifoso, che ha fatto il giro dei social, con una maglia inneggiante a Hitler, con su scritto Hitlerson, per l’esattezza e guarnita dal numero 88, gioco grafico per ricordare la sigla HH, Heil Hitler. A denunciare il fatto ci ha pensato via social Ruth Dugherello, presidente della Comunità Ebraica di Roma a cui ha prontamente risposto il Ministro per lo Sport Abodi.

Cori antisemiti al derby, ricostruzione dei fatti

E’ bufera per i cori antisemiti uditi al derby, lanciati da alcuni tifosi della Lazio nel corso della gara che si è giocata ieri con, fischio di inizio alle ore 18 allo Stadio Olimpico di Roma, e che ha visto la squadra di Sarri battere quella di Mourinho. Un ritornello ormai noto, per cui i biancocelesti hanno già pagato caro in passato, spesso con decisioni drastiche da parte del giudice sportivo e con la chiusure di alcuni settori. Ma le accuse di razzismo e discriminazione non riguardano solo il popolo laziale e anzi, troppo spesso, macchiano il mondo del calcio.

“Una curva intera che canta cori antisemiti, un ‘tifoso’ in tribuna con la maglia Hitlerson e il numero 88 e noi, come sempre, gli unici a indignarci e a protestare. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla?”. E’ tramite un tweet che Ruth Dugherello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, denuncia ciò che è avvenuto ieri sera durante il match tra biancocelesti e giallorossi.

La risposta di Abodi, Ministro allo Sport

Nel corso della giornata immancabile la risposta del Ministro allo Sport Andrea Abodi che da subito ha affidato il suo pensiero a twitter scrivendo: Impossibile far finta di nulla. Farò la mia parte, come sento il dovere di fare. Il Rispetto è dovuto e non è negoziabile”.  

In serata poi il Ministro ha rilasciato una più ampia intervista ai microfoni del GR1 per delineare meglio la sua posizione. “Come Ministro per lo Sport sento di porre le scuse alla comunità ebraica, anche se certamente non bastano, c’è bisogno di un impegno più sistematico. Anche il sistema sportivo e nella fattispecie la Lega Serie A e i club si devono assumere ulteriori responsabilità facendo in modo che chi si comporta come abbiamo visto ieri non entri più negli stadi. È evidente che c’è un deficit culturale che nel 2023 diventa insopportabile”.

 “Credo che da un lato – ha aggiunto – bisogna cercare di reprimere questo tipo di comportamento, dall’altro bisogna lavorare per prevenire. Con quali misure? Intensificando ulteriormente la collaborazione con i club e con le leghe. È del tutto evidente che entrare con una maglietta del genere non possa passare inosservato e il fatto che durante una partita rimanga come se nulla fosse, non soltanto per il numero 88, il cui significato è noto a tutti, ma addirittura con quella denominazione irripetibile, vuol dire che abbiamo ancora degli enormi margini di miglioramento sui quali dobbiamo tutti sentirci mobilitati”.

Il Ministro infine ha invocato al buon senso tutti quei tifosi che pur essendo nei settori coinvolti non si sentono rappresentati da determinati cori: “Mi aspetto che di fronte a cori del genere il resto dello stadio si faccia sentire”.