Oggi si festeggia la Giornata internazionale delle foreste, parla a Tag24 Antonio Brunori, segretario di Pefc Italia spiegando l’importanza delle foreste per la nostra salute e di questa ricorrenza. Di recente il rapporto Pefc ha analizzato la presenza di boschi sostenibili in Italia, tra le prime regioni c’è il Trentino Alto Adige.
Giornata internazionale delle foreste 2023, parla Antonio Brunori
Giornata internazionale delle foreste 2023: a dieci anni dalla prima edizione di questo evento voluto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il tema centrale sarà “Foreste e Salute“. Ne abbiamo parlato con Antonio Brunori, segretario generale di Pefc Italia, con attenzione particolare alla gestione boschiva in Italia e a cosa può essere ancora fatto.
Cos’è un bosco gestito in maniera sostenibile?
Un bosco gestito in maniera sostenibile ha delle regole di controllo pianificate nel tempo e nello spazio, un esempio pratico: è come avere un piano urbanistico per una città, si sa dove intervenire nello spazio e nel tempo. Questo permette di avere un insieme delle risorse disponibili e di avere ben chiaro dove si protegge, dove si utilizza il legname, dove c’è attitudine per il turismo, cosa fare in caso d’incendi o frane, ecc. C’è poi la conoscenza della biodiversità quindi della flora, della fauna, delle dinamiche tra vegetazione ed animali. Avere un bosco gestito in maniera sostenibile vuole dire mettere in equilibrio le esigenze ambientali, sociali ed economici: le tre modalità con cui un ambiente se gestito in maniera sostenibile lo sarà in maniera duratura, fruibile anche per le future generazioni.
Come avviene la gestione? Tramite pubblico, privato o anche con associazioni?
Se guardiamo la mappa di distribuzione della proprietà italiana delle foreste presente nel Rapporto delle Foreste nazionale, si nota che il 60% dei boschi è privato mentre il 40% sono pubblici. Il privato ha un obiettivo più imprenditoriale, il pubblico è più spostato verso la conservazione della risorsa e la sua fruizione.
Il patrimonio boschivo in Italia: quali sono i polmoni verdi d’Italia e i boschi maggiormente meritevoli di tutele?
Parlare di “polmoni verdi” non è mai corretto: io li definirei “spugna” dato che assorbono l’anidride carbonica (il vero polmone del Pianeta Terra sono gli oceani infatti). In Italia il 100% dei boschi ha una tutela idrogeologica e più della metà ha una difesa per la biodiversità, cioè sono dentro la rete nazionale della natura 2000, si tratta di boschi riconosciuti dall’Ue ad alto interesse faunistico e floristico. In genere i boschi se sono vicini alle città hanno un valore per la funzione turistico-ricreativa mentre se sono lontani dalle aree frequentate hanno un valore di tutela idrogeologica o produttiva. Esistono tante variazione in base alla loro presenza sul territorio.
Ci sono regioni dal punto di vista boschivo più virtuose in Italia?
Sì, il Nord Est dell’Italia ha un approccio alla gestione delle risorse forestali più virtuoso. Ad esempio il Trentino e l’Alto Adige hanno più dell’80% delle loro risorse certificate per la gestione sostenibile e poi c’è anche il Friuli Venezia Giulia e il Veneto che seguono a ruota, nel Nord Ovest invece Piemonte e Lombardia fanno un ottimo lavoro. Scendendo verso il Centro Sud invece si riduce questa virtuosità: tutto deriva da quanto i boschi sono pianificati se un bosco ha un piano di gestione sostenibile può ottenere una certificazione, senza pianificazione pertanto non può esserci garanzia per il futuro. Dal Nord verso Sud diminuisce la pianificazione, la media italiana è del 18% dei boschi con un piano di gestione al Nord supera il 50% abbondantemente mentre al Sud è inferiore al 5%.
Quali sono regioni con meno strumenti di pianificazione al Sud?
La Puglia e la Sicilia hanno più problemi: la prima è la regione con minor copertura forestale d’Italia, la seconda ha tante piantagioni fatte in passato come eucalipto e pino che hanno problemi gestionali e sono maggiormente soggette a incendi. In Campania i piani di gestione spesso hanno obiettivi colturali che non focalizzano sui servizi ecosistemici mentre in Sardegna l’agenzia FoReSTAS ha iniziato ad analizzare tutte le proprie risorse in funzione di una certificazione. E’ un percorso che da vent’anni il Nord fa, il Centro invece da dieci ed il Sud inizia ora.
Stagione degli incendi: come prevenire la perdita di patrimonio boschivo?
Il problema principale è l’aumento della siccità e quindi dell’evapotraspirazione da parte delle comunità arboree. Aumentando la siccità è più alto il rischio di incendiabilità, ma altro aspetto critico è la mancanza di gestione delle foreste che purtroppo crea le condizioni per un accumulo di materiale legnoso incendiabile. Lo strumento principale, soprattutto in fase di crisi climatica, è quindi la gestione attiva delle foreste: pianificazione, cura e gestione attiva e la cultura della società civile. Bisogna insegnare che i boschi sono un alleato, questo vuol dire che il bosco va gestito e non abbandonato. Il tema di questa giornata delle foreste è proprio “Uomo e Salute” perché abbiamo bisogno delle foreste e deve curarle, per fare questo dobbiamo evidenziare che le foreste non diventano fonte di salute se abbandonate. Le foreste ci danno materie prime ma dobbiamo farlo con responsabilità, per esempio con prelievi pianificati e non concentrati, tagliando meno di quanto il bosco ricresce, solo per citare uno dei principi della certificazione forestale.