Fondazione Einaudi contro YouTube. Il portale video rimuove un contenuto e oscura il canale della fondazione per una settimana a causa di un frammento dell’ultima lezione di Antonio Martino alla Scuola di liberalismo, caricato per commemorare Martino ad un anno esatto dalla morte. La motivazione che YouTube riporta c’è che in un passaggio del video Martino esprime la sua posizione in merito alla gestione della pandemia da parte del governo italiano allora in carica e, “si legge nella mail di censura che YouTube non ammette affermazioni relative ai vaccini per il Covid-19 che contraddicono il parere di esperti appartenenti ad autorità sanitarie locali o all’Oms”.
La replica a questa decisione arriva direttamente dal Presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto: “È un fatto molto grave ma non faremo ricorso perché non vogliamo neanche confrontarci con chi scrive queste pericolose bestialità. Bloccare il nostro canale YouTube è ridicolo“. Tra l’altro, sottolinea Benedetto, “è nota la posizione della Fondazione sia sul vaccino sia sul green pass: abbiamo sostenuto la campagna vaccinale e abbiamo criticamente seguito le prescrizioni sul green pass, ragionandoci sopra e ricevendo a nostra volta molte critiche da chi era contrario alla misura. Antonio Martino ha avuto legittimamente idee diverse e le ha espresse nella casa dei liberali, e noi le abbiamo correttamente riportate. Chi censura il nostro canale non sa cosa è la libertà di espressione. Ci aspettiamo una lettera di scuse”.
Cosa è la Fondazione Einaudi?
La Fondazione Luigi Einaudi è un centro di ricerca culturale nel campo della politica e della economia, fondata a Roma nel 1962 per iniziativa di Giovanni Malagodi. La Fondazione non ha scopo di lucro ed è impegnata nella ricerca culturale e nella diffusione delle idee liberali attraverso la promozione di convegni, pubblicazioni, mostre ed eventi culturali, corsi di formazione e la Scuola di liberalismo. La Fondazione ha un Comitato Scientifico diviso in cinque settori di attività: Giustizia, Economia, Relazioni internazionali, Ricerca, Storia e Filosofia.
La Fondazione ha avuto tra i suoi soci fondatori importanti realtà italiane dell’economia e della finanza, come la Banca d’Italia, l’IRI, la Fiat, la Comit, il Credito italiano, Mediobanca, le Assicurazioni Generali, la Olivetti e la Techint.
Per molti anni dalla sua istituzione la Fondazione è stata legata al Partito Liberale Italiano, un rapporto stretto ma di reciproca autonomia. Nel 1984 una modifica dello statuto ha eliminato ogni riferimento alla presenza del segretario del PLI dal consiglio direttivo della Fondazione, che è diventata così indipendente dal partito. Da quegli anni la Fondazione inizia un’attività di studio e ricerca completamente imparziale da ogni partito anche nella diffusione della cultura liberale.
Nel 2011 la Fondazione avvia un progetto per la valorizzazione degli scritti di Luigi Einaudi che si conclude nel 2013, grazie all’autorizzazione concessa dalla famiglia Einaudi alla riproduzione delle opere, con la pubblicazione via web dell’opera omnia di Einaudi. Il progetto, che si avvale anche della cooperazione della Fondazione Luigi Einaudi di Torino per il reperimento dei testi di Einaudi, è stato finanziato dalla Provincia di Cuneo. Nel 2015 la Fondazione diventa Onlus, dal 1 gennaio 2019 è membro dell’European Liberal Forum, la rete delle Fondazioni liberali europee. È anche membro effettivo dell’Internazionale Liberale e del Partito dell’Alleanza dei dei Liberali e dei Democratici per l’Europa (ALDE).
La Fondazione ha una biblioteca che si è formata nel tempo dal primo lascito di libri donati da Alberto Giovannini. La biblioteca è composta da diverse centinaia di volumi di scienze sociali, storia ed economia politica. La biblioteca ha una sezione di libri relativi alla storia Partito Liberale e al pensiero liberale italiano e straniero, anche con pubblicazioni in lingua inglese. Dal 2004 è collegata al Servizio bibliotecario nazionale. La Fondazione possiede un Archivio storico, composto da diversi fondi dichiarati di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio.