Una forma perfetta che racchiude una nuova vita: l’uovo è un simbolo importante della Pasqua, e lo ritroviamo in svariate forme, da quello di gallina a quello di cioccolato, dalle uova smaltate a quelle preziose con fregi in oro. Le origini dell’uovo di cioccolato possono essere ricondotte al re Sole, Luigi XIV, in quanto a inizio Settecento, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte. L’usanza di regalare le uova a Pasqua però è più antica, parliamo del lontano Medioevo. Fin dall’antichità questo alimento ha ricoperto un valore simbolico enorme:
- In alcune culture Terra e Cielo, unendosi, formavano proprio un uovo, simbolo di vita.
- Per gli antichi Egizi l’uovo era invece l’origine di tutto e il fulcro dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco).
- Siccome in Primavera la natura risorge, i Persiani amavano poi regalarsi proprio delle uova, simbolo di nuova vita.
- Nella celebrazione pasquale degli Ebrei uno dei simboli era l’uovo proprio in virtù della sua forma: non ha né un vero inizio né una vera fine, ma rappresenta il ciclo continuo della vita e della morte. Ovvero, è il simbolo del lutto per la perdita, ma è anche la speranza per una nuova rinascita.
- Anche nelle altre civiltà l’uovo era un simbolo di vita e fertilità: i contadini dell’antica Roma, per esempio, avevano l’abitudine di seppellire nei campi un uovo dipinto di rosso per propiziarsi un buon raccolto.
Simbolo di rinascita
Il cristianesimo affianca queste tradizioni e le reinterpreta alla luce delle Nuove Scritture. L’uovo diventa così il simbolo che meglio coglie il significato della Resurrezione di Cristo: come dall’uovo nasce un pulcino, Gesù esce dalla sua tomba. Molto popolare anche una leggenda secondo la quale Maria Maddalena aveva annunciato all’imperatore Tiberio la resurrezione di Gesù presentandogli un uovo dipinto di rosso, a simboleggiare il sangue di Cristo e quindi la redenzione dell’umanità. Con il passare dei secoli nacque la tradizione di portare le uova in chiesa per essere benedette.
L’usanza di regalarsi uova si diffonde a partire dal Medioevo, in Germania. Qui tra la gente comune la consuetudine era distribuire uova bollite, avvolte in foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente. Tra i nobili e gli aristocratici invece si diffuse l’abitudine di fabbricarne alcune di argento, platino o oro, decorate.
Uovo Matrioska
Questa tradizione è arrivata fino al XIX secolo e nella Russia degli zar l’arte della loro fabbricazione ha raggiunto vette ineguagliabili. Merito dell’orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846-1920), incaricato dallo zar Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate (la collezione imperiale possiede 52 esemplari).
Il primo uovo realizzato era in platino smaltato di bianco. Al suo interno conteneva un altro uovo, questa volta in oro, il quale conteneva altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato. La produzione di Fabergé fu enorme: si interruppe solo nel 1918 quando la Casa Fabergé venne nazionalizzata dai bolscevichi: l’orafo non si riprese mai dallo shock della Rivoluzione Russa e
morì due anni dopo.
E il regalo? Se oggi nell’uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è insomma meritò di Fabergé. Manon tutti su questo, concordano. C’è chi ricorda come già nel Settecento dalle parti di Torino c’era infatti l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato. Secondo quest’altra interpretazione potrebbero essere stati quindi proprio i Piemontesi, maestri nell’arte del cioccolato, i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa.
Gaia Acerbis