Transazione energetica e Pnrr come elementi cardine della crescita, oltre ad un bilancio sullo status economico delle banche Ue: se ne è parlato all’università Bocconi di Milano, dove La Repubblica ha intervistato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ed il Commissario all’economia Ue Paolo Gentiloni.

Proprio il governatore di Bankitalia parla di un’economia che “ha dimostrato una resilienza superiore alle attese“, nonostante gli sviluppi finanziari del momento possano rappresentare “un ulteriore elemento di incertezza”.

Noi in Europa abbiamo tutti gli strumenti per fronteggiare crisi di liquidità e non rileviamo nelle nostre banche problemi di capitalizzazione e liquidità.

Banche Ue, Visco: “Riportare inflazione al 2% nostra stella polare”

In vista di uno sviluppo economico e finanziario, secondo Visco riportare l’inflazione al 2% “deve essere la nostra stella polare”.

La direzione sui tassi è chiara, l’inclinazione certa anche se occorre agire con prudenza e valutare caso per caso o come diciamo nei comunicati, meeting per meeting, sulla base dei dati disponibili.

Anche il Commissario Ue Gentiloni, nel parlare di inflazione, sottolinea come “la reazione delle autorità è stata forte e rapida” in risposta alla crisi che ha investito Credit Suisse e SVB.

Dobbiamo rassicurare sul fatto che le nostre regole sono forti e valide. Dobbiamo affrontare il tema dell’inflazione e della crescita. L’inflazione è un problema dei lavoratori e delle società. Noi non siamo abituati. L’inflazione scenderà, quella core è più resistente.

Il commissario europeo agli affari economici riporta poi l’attenzione su “un problema di estrema attualità che è il Pnrr“, in un’Italia in cui “si presta attenzione al Ponte sullo Stretto e alla flat tax”.

La seconda sfida è quale ruolo vuole svolgere l’Italia sulla sfida ambientale. La seconda manifattura europea non può essere relegata ad una politica che strascina i piedi o che sogna di tornare ad altre epoche. La transizione c’è e non si può essere l’ultimo vagone.

Ad attendere il nostro Paese “un anno dove emergeranno tanto dilemmi”.

Il primo: l’Italia cresce poco, ha dei livelli di crescita inferiore agli altri Paesi. La scarsa crescita richiede riforme e la necessità di attrarre investimenti.