In Thailandia il re ha sciolto il Parlamento, aprendo la strada alle elezioni generali all’inizio di maggio. Il primo ministro Prayut Chan-o-cha aveva annunciato per il 20 marzo lo scioglimento del parlamento thailandese in vista delle elezioni del 7 maggio e così è avvenuto. Oggi il partito di maggioranza di governo, il Palang Pracharat, è in piena crisi, mentre l’ex generale Prayut è entrato in una nuova formazione – il Ruam Thai Sang Chart – per interessi personali.

Thailandia, sciolto il Parlamento

Il nuovo partito monarchico e conservatore del primo ministro Prayuth Chan-o-cha deve affrontare una forte sfida da parte del partito Pheu Thai, guidato dalla figlia dell’ex primo ministro in esilio Thaksin Shinawatra, Paetongtarn. Ma ci sarà ad opporsi alle urne contro i movimenti filo-militari anche il Move Forward Party, erede del Future Forward Party fondato dall’imprenditore-maratoneta Thanathorn Juangroongruangkit, sciolto due anni fa per una sentenza della Corte costituzionale. Prayut infatti è rimasto molto indietro nei sondaggi e ha guidato nel 2014 un colpo di stato contro l’ultimo governo pro-Thaksin.

L’attuale costituzione thailandese – scritta dai militari – potrebbe rendere difficile per l’opposizione formare un nuovo governo. Ma campagna elettorale thailandese ha già preso vita e i marciapiedi della capitale Bangkok stanno scomparendo sommersi da manifesti dei partiti che promettono ogni cosa.

La domanda che ora si pongono gli analisti è se Pheu Thai può riuscire a vincere con un margine sufficientemente ampio da assicurarsi di riprendere il potere. Quasi tutti i sondaggi prevedono che sarà ancora una volta il partito più numeroso, come è stato in ogni elezione negli ultimi 22 anni, facendo affidamento sulla forte lealtà a Thaksin nel nord e nel nord-est del Paese.

Alcuni pensano che Pheu Thai possa persino vincere la maggioranza assoluta dei seggi nella camera bassa. Ma ciò potrebbe non essere sufficiente, data la perdurante animosa contrarietà nei confronti di Thaksin e dei suoi alleati da parte dei realisti conservatori e dei militari.

Riuscire a vincere potrebbe essere qualcosa di estremamente difficile, la storia è maestra: in passato, infatti, sentenze giudiziarie o colpi di stato militari hanno impedito a tre governi sostenuti da Thaksin, compreso quello guidato da sua sorella Yingluck, di portare a termine il loro mandato.

Trattandosi della Thailandia, nessuno può escludere un’altra mossa extraparlamentare contro il partito d’opposizione. Magari non attraverso un colpo di stato stavolta, ma forse con un altro scioglimento del partito da parte dei tribunali conservatori affidabili.