Cosa succede se la banca fallisce? Quali sono i rischi che può correre chi ha il conto o il mutuo in una banca che fallisce?
Le banche hanno mandato in tilt i mercati. La notizia del fallimento della banca californiana Silicon Valley Bank ha creato non poche preoccupazioni anche per i risparmiatori italiani, spaventati da un possibile fallimento a cascata delle banche italiane. In Europa è sotto osservazione la banca svizzera Credit Suisse che ha preso in prestito circa 50 miliardi di franchi svizzeri dalla banca centrale, dopo il crollo del prezzo delle azioni ai minimi storici. Si tratta del primo intervento di “salvataggio” dopo la crisi finanziaria del 2008. Una situazione che fa riemergere i problemi e le preoccupazioni legate al crac di Banca Etruria.
Perché le banche falliscono? L’attività di una banca si basa su un complicato e delicatissimo equilibrio legato con la fiducia degli investitori e dei correntisti. Questo perché le banche raccolgono il denaro dai correntisti e dagli investitori e lo utilizzano per investire, concedere mutui e prestiti e, quindi, non hanno mai a disposizione tutti i soldi dei propri clienti ma corrono il rischio liquidità basandosi sul fatto che è molto improbabile che tutti i clienti ritirino la totalità dei fondi contemporaneamente. Un’eventualità remota, ma che può minare la solidità delle banche in caso di “corse agli sportelli”.
Come tutelarsi?
La legge italiana prevede delle norme specifiche legate al fallimento delle banche che servono a tutelare i conti corrente. In particolare, sono previste due istituzioni di garanzia bancaria, a cui tutte le banche sono obbligate ad aderire, che intervengono in queste situazioni: il Fondo interbancario di tutela dei depositanti e il Fondo di garanzia dei depositi del Credito Cooperativo, entrambi garantiscono i depositi bancari fino a 100mila euro per depositante.
Un sistema che permette ai risparmiatori di ricevere entro 20 giorni un rimborso di un massimo di 100mila euro in caso di fallimento della banca. Il rimborso può avvenire solo in caso di fallimento della banca e la tutela del FITD si applica a:
- depositi in conto corrente;
- conti di deposito (anche vincolati);
- certificati di deposito;
- libretti di risparmio;
- assegni circolari.
Cosa succede ai risparmi se la banca fallsice?
Il rimborso sarà effettuato entro sette giorni dalla data del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa della banca. Il pagamento viene effettuato dal Fondo o da una banca consorziata in una di queste modalità:
- bonifico bancario, su un conto diverso da quello presso la banca in liquidazione;
- assegno circolare;
- ritiro di contanti.
Al raggiungimento del limite massimo di 100mila euro concorrono anche gli interessi maturati fino alla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione della banca fallita.
Per esempio se un correntista è titolare di un conto corrente o deposito con un saldo di 70mila euro e alla data della liquidazione della banca, quindi del fallimento della banca, vanta interessi per 5mila euro, dovrà ricevere una somma pari a 80mila euro.
Cosa succede al mutuo se la banca fallisce?
Fino al 2015 la normativa italiana prevedeva l’intervento della Banca di Italia in caso di fallimento di una banca e quindi chi aveva un contratto di mutuo con la banca fallita diventata debitore nei confronti dello stato e manteneva le stesse condizioni stipulate con la banca.
Dal 2015 è entrato in vigore il decreto “salva banche”, il decreto emanato dal governo Renzi, per cui l’istituito di credito in crisi viene assorbito da un gruppo finanziario più grande che ne acquisisce crediti e debiti.
In questo caso al titolare di mutuo non cambierà nulla. Il contratto sarà lo stesso stipulato in origine con la banca che ha dichiarato fallimento e che è stata acquisita, il mutuatario continuerà a pagare le rata alle stesse condizioni. Chi ha un contratto di mutuo potrà sempre scegliere di trasferirlo a un’altra banca che offre migliori condizioni.