Leonardo Sciascia diceva che “tutto è legato al problema della giustizia: in cui si involge quello della libertà, della dignità umana, del rispetto tra uomo e uomo”. E’ il pensiero centrale della sua scrittura, un’ossessione che, come per legge di natura, ha mosso i penalisti italiani a tributargli omaggio, come scrive Lorenzo Zilletti che, insieme a Salvatore Scuto, ha curato il volume “Ispezioni della terribilità/Leonardo Sciaccia e la giustizia” edito da Olshki, un testo che dovrebbe essere letto da ogni cittadino e non solo dagli addetti ai lavori. Anzi, più dai comuni cittadini che dai giuristi perchè “è pensiero diffuso, tra chi ha la buona sorte di non frequentare la giustizia penale, che il suo volto feroce appartenga ad epoche remote o dipenda da occasionali storture di un apparato altrimenti virtuoso”. Ma non sempre è così.
“Ispezioni della terribilità”, il libro dedicato a Leonardo Sciascia
Nella presentazione del volume si legge che “consapevoli dell’illusorietà di questo convincimento, agli avvocati dell’Unione delle Camere Penali Italiane balenò l’idea, subito sposata dagli Amici di Leonardo Sciascia, di organizzare un viaggio dentro gli abissi di quella (purtroppo) indispensabile macchina sociale, avvalendosi di una straordinaria guida profana“.
E’ un libro lontano da tecnicismi incomprensibili ai più, ma le “Ispezioni della terribilità” prendono “le mosse dalla produzione narrativa di Sciascia, scrittore unico nel panorama letterario italiano a interrogarsi costantemente sul mistero del giudicare; a scavare nel rapporto tra giudice e legge; a misurarsi con i modi di procedere dell’accertamento giudiziale, disvelandone imposture e lati oscuri”. Insomma, un viaggio negli abissi della mente umana più che in quelle dei codici.
Stefano Bisi