Candida Auris sintomi. In Toscana è stato accertato un caso di Candida Auris, il primo caso in Italia del 2023 che è stato diagnosticato. Si tratta di un’infezione derivante dal fungo chiamato in gergo killer.
E’ stato scoperto in Corea nel 1996, ma la sua scoperta ufficiale e riconosciuta risale a circa 10 anni fa. Nel 2009, poi, il fungo era stato isolato all’interno del condotto uditivo di una paziente di 70 anni in Giappone e nel 2015 sarebbe arrivato in Europa, in particolare in Francia.
La sua diffusione è poi continuata negli Stati Uniti, soprattutto nel 2021 dove sono stati confermati più di 3700 casi in quell’anno. L’Oms lo inserito all’interno della categoria di funghi patogeni a priorità critica poiché possiede un’alta resistenza di agenti antimicotici.
La Candida auris ha causato epidemie nelle strutture sanitarie. Per questo motivo, è importante identificare rapidamente C. auris in un paziente ricoverato, in modo che le strutture sanitarie possano adottare precauzioni speciali per arrestarne la diffusione.
Candida Auris sintomi
Candida Auris è un’infezione molto invasiva ed i sintomi frequenti sono da bruciore, difficoltà a deglutire, dolori muscolari, febbre e affaticamento. Poiché si tratta di una malattia caratterizzata da similarità con l’influenza, è necessario che chiunque abbia tali sintomi si sottoponga ad un esame specifico in laboratorio che consente di individuare il fungo.
Cause
Sono ancora in corso gli studi per capire e accertare le cause definitive della Candida auris ma una delle ultime ricerche afferma che la sua origine potrebbe essere legata al riscaldamento globale. Infatti, le temperature alte possono aiutare a fare sopravvivere e infettare il fungo. Lo avrebbe dimostrato uno studio pubblicato su mBio, Società americana di microbiologia, che ha riportato e analizzato il primo caso di infezione da fungo.
Cure
Attualmente non vi è una cura certa ed è per questo che la diffusione del fungo preoccupa dottori e pazienti. Infatti, la Candida Auris si caratterizza dal fatto che sia molto resistente ai farmaci antimicotici che solitamente vengono prescritti al malato per guarire. Inoltre, l’infezione è difficile da identificare con esami di laboratorio standard ed è per tale motivo che spesso la terapia a cui viene sottoposto il paziente interessato è inadeguata e non serve a nulla. Non è un caso che la Candida auris ha causato epidemie nelle strutture sanitarie.
Il caso accertato in Toscana
Qualche giorno fa a Pisa è stato è stato accertato il primo caso dell’infezione presso l’ospedale di Cisanello e la notizia è stata riportata da La Nazione. Attualmente sembra che la situazione sia sotto controllo ma il fungo è un tipo di patologia che continua a preoccupare.
La situazione in Italia e i rischi
Il caso in Toscana non è stato il primo caso accertato nel corso degli anni in Italia. Infatti, otto mesi fa a Mestre, sarebbe stato diagnosticato il fungo in un’altra persona. Poi ancora nel 2019 è stato confermato il primo episodio nel nostro Paese che ha scatenato un focolaio nel Nord Italia, tra il 2020 e il 2021. I soggetti più esposti ai rischi sono:
- anziani,
- bambini,
- fragili,
- fumatori,
- pazienti con deficit immunologici o reduci da interventi chirurgici.
Il rischio più grande è quello della conseguenza più grave: la morte. Infatti, circa la metà delle persone contagiate da Candida Auris perde la vita dopo circa tre mesi. Matthew Fisher, docente di epidemiologia dei funghi presso l’Imperial College di Londra, ha spiegato non vi è altro da fare che sottoporre i pazienti infetti agli antimicotici e tenere la situazione sotto controllo costantemente.
I ricercatori sono a lavoro continuamente per definire tale patologia affinché si trovi una soluzione che possa mettere in sicurezza tutti i soggetti interessati.