Settimana chiave a Palazzo Chigi per scongiurare l’allarme siccità. Data da circoletto rosso sarà martedì, quando il tema sarà affrontato dalla cabina di regia interministeriale, prima tappa di un percorso in tre step che prevede anche l’attuazione di un decreto legge (“Dl Acqua”) e la nomina di un commissario straordinario.
L’obiettivo dell’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni è sbloccare quanto prima le risorse finanziarie e iniziare i lavori di ammodernamento della rete infrastrutturale idrica. Intanto, però, si vedono già i primi effetti della mancanza di piogge.
L’intervento di Musumeci: “Monitoriamo Piemonte e Lombardia”
A commentare i dati sempre più preoccupanti è intervenuto Nello Musumeci, ministro della Protezione Civile e del Mare, che ha sottolineato l’entità di un problema che va avanti da anni e che di conseguenza non può essere solo imputato solo al Governo Meloni:
Premesso che il razionamento è competenza di Regioni ed enti locali, mi sento di dire che per questa estate si potrebbe scongiurare il pericolo. Ovviamente dipende anche dalle precipitazioni delle prossime settimane. Monitoriamo in particolare Piemonte e Lombardia dove pesano anche le scarse nevicate e soffre l’agricoltura. Ma permetta un appunto. La carenza idrica è una realtà da anni, non solo un’emergenza. Cosa si è fatto negli ultimi anni? Questo governo, con la nuova cabina di regia e in vista della possibile nomina di un commissario, lavora a un piano di medio-lungo termine.
Allarme siccità, Pianura Padano-Veneta già in sofferenza
Basta digitare sui motori di ricerca la chiave “allarme siccità” per capire quanto sia centrale l’argomento, soprattutto a livello locale. Il problema c’è, è conclamato dopo un 2022 da maglia nera, le soluzioni sono molteplici a seconda di chi viene interpellato.
Secondo un’analisi guidata da Coldiretti, per la stagione della raccolta oltre 300mila aziende agricole sono a rischio, quasi tutte dislocate all’interno della striscia che forma la Pianura Padana. Scarse precipitazioni e temperatura sopra la media, un mix letale che continua inoltre a svuotare i bacini idrici: laghi e fiumi lombardi sono sempre più a secco, con un deficit idrico che sfiora l’80% nel caso del lago di Como.
Anche in Veneto lo scenario non è molto diverso. Luca Zaia ha firmato un’ordinanza di sensibilizzazione verso la cittadinanza, finalizzata a scongiurare il rischio di razionamento dell’acqua. I bacini di Adige e Piave presentano situazioni diverse, con quest’ultimo decisamente più sofferente: ecco perché il governatore chiede piani straordinari ai concessionari, ma anche un Piano Marshall che si concentri soprattutto sulla micro irrigazione.
Da un punto di vista finanziario ecco lo status quo: il ministro dei Trasporti Matteo Salvini punta a sbloccare circa 20 milioni di euro per 21 interventi complessivi. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida quantifica il massimale di rischio a quasi 8 miliardi di euro, sottolineando che le coperture ci sono (grazie al Pnrr e vari fondi) ma sono ostacolate dalla burocrazia (finora impiegati “appena” 300 milioni). Intanto l’Anbi, l’associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, propone l’istituzione di un ministero dell’Acqua, come in Spagna.
Il ministro della Protezione Civile e del Mare, Nello Musumeci, parla di investimenti in dissalatori e depuratori (del primo si vocifera l’ipotesi Puglia), mentre il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è convinto che l’Italia stia pagando il prezzo dato da anni di immobilismo.