Bonus mamma domani: il contributo economico che prevede l’erogazione di un premio alla nascita di importo pari a 800 euro alle donne in gravidanza o alle madri è stato sostituito insieme a tutti gli altri sussidi simili dall’assegno unico.

Per questo motivo, dunque, le future madri non potranno ricevere durante il corso dell’anno 2023 il c.d. bonus mamma domani, il quale in precedenza veniva corrisposto nelle seguenti casistiche:

  • gravidanza;
  • parto;
  • adozione;
  • affidamento.

Ad ogni modo, ecco tutto ciò che riguarda il premio alla nascita di 800 euro che veniva erogato dall’INPS nelle suddette circostanze: che cos’è, che cos’è, a chi spetta, a quando ammonta, quando e come fare domanda.

Bonus mamma domani: che cos’è, a chi spetta, a quando ammonta, quando e come fare domanda all’INPS

Il bonus mamma domani è un contributo economico che veniva erogato alle future madri prima dell’introduzione dell’assegno unico, il quale ha sostituito tutti gli altri sussidi in favore di tali soggetti.

Tale contributo consiste nell’erogazione da parte dell’INPS di un premio alla nascita di importo pari a 800 euro in caso di nascita o di adozione di un minore, previa presentazione di un’apposita domanda da parte della futura madre:

  • al compimento del settimo mese di gravidanza, ovvero l’inizio dell’ottavo mese;
  • alla nascita, anche se antecedenti all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza;
  • all’atto di adozione nazionale o internazionale del minore, disposta tramite la pronuncia di una sentenza definitiva da parte del giudice competente;
  • al momento dell’affidamento preadottivo nazionale disposto con ordinanza o dell’affidamento preadottivo internazionale.

Il bonus mamma domani veniva concesso in un’unica soluzione e per ogni figlio, mediante l’erogazione di un assegno di importo pari a 800 euro.

Le modalità di pagamento previste per la concessione del premio alla nascita da parte dell’INPS sono le seguenti:

  • il bonifico domiciliato presso un ufficio postale;
  • l’accredito sul proprio conto corrente bancario;
  • l’accredito sul proprio conto corrente postale;
  • l’accredito sul proprio libretto postale;
  • l’accredito sulla propria carta prepagata con IBAN;
  • l’accredito sul proprio conto corrente estero (Area SEPA), tramite la fornitura di un IBAN extra Italia mediante la presentazione di un apposito modulo di identificazione finanziaria timbrato e firmato da un rappresentante della banca estera oppure corredato di un estratto conto o da una dichiarazione della banca emittente dai quali risultino con evidenza il codice IBAN e i dati identificativi del titolare del conto corrente.

La domanda per il bonus mamma domani doveva essere presentata dalle future madri in seguito al compimento del settimo mese di gravidanza, ovvero l’inizio dell’ottavo mese, a nascita avvenuta, oppure in caso di adozione o di affidamento preadottivo.

Le modalità per la presentazione dell’istanza all’INPS, invece, sono le seguenti:

  • mediante l’apposito servizio online che viene messo a disposizione dall’Istituto all’intento del proprio sito web, previa autenticazione da parte dell’utente con le proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
  • tramite il Contact Center Integrato, telefonando al numero verde 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure chiamando il numero 06 164 164 (da rete mobile);
  • tramite i servizi telematici che vengono offerti dagli enti di patronato.

Oltre alla domanda, le future madri dovevano presentare anche la certificazione dello stato di gravidanza, indicando alternativamente al suo interno una delle seguenti opzioni:

  • il numero di protocollo telematico del certificato rilasciato dal medico SSN o dal medico convenzionato ASL (la certificazione doveva essere rilasciata solo dopo aver terminato il termine del settimo mese di gravidanza previsto dalla legge);
  • l‘indicazione che il certificato fosse già stato trasmesso all’INPS per una domanda relativa ad un’altra tipologia di prestazione sempre inerente la stessa gravidanza;
  • il numero identificativo a 15 cifre e la data di rilascio di una prescrizione medica emessa da un medico del SSN o con esso convenzionato, con l’indicazione del codice esenzione compreso tra M31 e M42 incluso (per le sole madri non lavoratrici).