Di oriundi argentini è piena la storia dell’Italia calcistica. L’ultimo in ordine di convocazione è un ragazzo nato il 29 aprile 1999 a San Fernando, una città nella provincia di Buenos Aires. Si chiama Mateo Retegui e fa l’attaccante nel Tigre ma il cartellino è di proprietà del Boca Junior. E’ lui la nuova, ennesima, scommessa del Ct Roberto Mancini. “Lo stavamo seguendo da tempo. È un ragazzo giovane che gioca titolare da due anni nel campionato argentino. Ha qualità che a noi mancano, pensavamo che non volesse venire ma ha detto subito di sì e lo abbiamo convocato”.

Zaino in spalla e una lingua da imparare per Retegui che conosce il suo sangue italiano ma non ancora la lingua avendo vissuto tutta la vita in Sud America: “Se so già parole in italiano? Per ora sto studiando, vorrei arrivare a Coverciano con una base, un’infarinatura. Che parole ricordo? No, dai, non insistete: sono timido, non mi fate arrossire!” ha spiegato in una recente intervista dopo la chiamata di Mancini.

L’attaccante poi prosegue: “Sono molto felice e orgoglioso di ciò che sta accadendo. Sono al settimo cielo, non solo per me ma pure per tutta la mia famiglia: è un passo molto importante, sono entusiasta che mi sia stata concessa questa opportunità in una delle Nazionali più importanti del mondo. La verità è che devo ringraziare tutti i miei compagni e tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo: Estudiantes, Talleres, Boca Juniors e adesso il Tigre, dove Diego Hernán Martínez e i suoi collaboratori mi hanno permesso di migliorare, di accrescere la fiducia nei miei mezzi, di mettermi in mostra, di diventare un giocatore e una persona migliore. A loro devo tutto: questa convocazione è dedicata a voi”.

Oriundi argentini con l’Italia: il lungo elenco

Bisogna tornare indietro al 2015 per trovare l’ultimo giocatore nato in Argentina che ha vestito la maglia azzurra visto che ultimamente è stata una dittatura brasiliana. Era il 2015 e raccolse appena due presenze Franco Vasquez che ai tempi faceva impazzire il Barbera di Palermo e oggi veste la maglia del Parma in Serie B. L’anno prima era stato il turno per un difensore che nel nostro campionato ha costruito le sue fortune come Gabriel Paletta, solo tre partite per il giocatore che ha partecipato alla promozione del Monza nella massima serie. Chiudiamo il momento meteore con un giocatore offensivo chiamato addirittura all’Inter per pochi mesi, una sola partita per Ezequiel Schelotto.

Nel triennio 2011-14 raccoglie ben quattordici presenze Pablo Osvaldo, attaccante dalle grandi doti acrobatiche e un carattere fumantino che ha fatto parlare di lui anche fuori dal campo. Dalla punta della Roma ad un centrocampista della Lazio come Cristian Ledesma, un pilastro in biancoceleste mentre in azzurro una sola partita disputata.

Uno dei più forti oriundi delle ultime decadi, Mauro German Camoranesi ha vestito l’azzurro per sette anni raccogliendo 55 presenze condite da quattro gol e un mondiale vinto nel 2006. Prima di lui il vuoto per quasi mezzo secolo, bisogna tornare agli anni 60 con Omar Sivori che decise per l’avventura in azzurro dopo aver già indossato la camicetta albiceleste. Stesso cammino anche per Antonio Valentin Angelillo.

Negli anni 50 ci furono l’attaccante della Fiorentina Miguel Montuori, il regista dell’Inter Humberto Maschio, la punta Francisco Lojacono arrivata in Italia con la maglia del Vicenza, il centravanti del Napoli Bruno Pesaola, il mediano di Juventus e Milan Eduardo Ricagni e il centrocampista offensivo Rinaldo Fioramonte Martino. Prima di loro arriviamo agli anni Trenta quando l’Italia vinse ben due mondiali con quattro azzurri di origine argentina in campo nel 1934: Raimundo “Mumo” Orsi, Atilio Demaría, Luis Monti E Enrique Guaita. Brevi apparizioni invece per: Alejandro Scopelli, Renato Cesarini, Julio Libonatti, Emilio Badini E Eugenio Mosso.