Il placcaggio di Dario Nardella contro uno degli attivisti di Ultima Generazione è diventato virale, ma il sindaco di Firenze non ha ancora digerito l’episodio. In un lungo post sui suoi canali social, infatti, Nardella ha provato a descrivere le emozioni vissute prima e durante il gesto che ha portato al fermo del gruppo di ambientalisti. Un racconto che si è soffermato anche sulle modalità, particolarmente intense anche da un punto di vista verbale, con le quali il sindaco si è scagliato contro uno degli esponenti di Ultima Generazione:

Ho usato espressioni forti perché ieri, come molti in Piazza della Signoria, ero allibito e arrabbiato. Da uomo delle istituzioni non avrei dovuto rivolgermi in quel modo nei confronti del ragazzo. Ho agito d’istinto. Come sindaco amo non solo con la testa ma con il cuore Firenze e questa volta è prevalso il cuore, è prevalsa la reazione d’impulso.

Poi, un passaggio d’amore verso la propria città espresso mediante un parallelismo con il rapporto familiare:

L’istinto di un padre o madre di famiglia che ha pensato solo a difendere la casa di tutti, Palazzo Vecchio, simbolo della storia e della civiltà di Firenze. Il mio è stato un gesto d’interdizione per bloccare l’azione vandalica e limitare al massimo il danno.

Firenze, Nardella sul blitz degli attivisti: “La loro frustrazione è più che legittima”

Nel prosieguo del suo racconto, Dario Nardella ha avuto anche modo di commentare in senso più ampio il gesto di Ultima Generazione; stando alle parole del sindaco, l’intento degli attivisti è naturalmente frutto di una frustrazione condivisibile ma che al contempo non va espressa nei termini supportato dal gruppo ambientalista:

Agli attivisti di Ultima Generazione vorrei dire che la loro frustrazione è più che legittima. Sono padre di tre figli e come tale vorrei lasciare loro un mondo più sostenibile e giusto. Ma i sindaci e gli amministratori locali sono i primi interlocutori e i primi sostenitori di un cambiamento vero, profondo.

Poi, un invito a considerare seriamente l’importanza di lottare per il bene del nostro pianeta seppur con dei mezzi opportuni e battaglie condivise, in primis mosse dalla politica. In seguito, lo stesso Nardella ha sottolineato come Firenze tutta sia disponibile a sposare questo approccio nel migliore dei modi:

Ieri abbiamo bloccato la protesta ma non abbiamo bloccato il desiderio di proteggere il pianeta che ci ospita. Sono convito che non servano azioni eclatanti, individuali, divisive, ma battaglie largamente condivise e politiche drastiche dei governi che si possano riflettere nelle città che amiamo e viviamo ogni giorno. È ora di dare concretezza alla difesa dell’ambiente. Noi ci proviamo tutti giorni ma sappiamo che senza l’aiuto di tutti sarà impossibile. Diamoci una mano. Io ci sono, Firenze c’è.

Nel mezzo del discorso pregno d’amore nei confronti di Firenze, il sindaco ha infine concluso sfogando tutto il suo amore per la città:

Ho vissuto quella violenza come uno sfregio alla nostra storia, alle nostre radici. La bellezza, la cultura, l’arte sono – come del resto la natura – indifese di fronte alla violenza e all’ignoranza. Sono il cuore della nostra esistenza umana, sono ciò che ci rende consapevoli e liberi.