Con la felpa rossa della Cgil Maurizio Landini conclude il 19° Congresso dell’organizzazione sindacale di cui è segretario. Un intervento costituito da ringraziamenti (in particolare al presidente Mattarella per aver riconosciuto il valore della più antica istituzione sul lavoro d’Italia) ma anche da affondi, in quella che può considerarsi a tutti gli effetti una replica al discorso pronunciato ieri da Giorgia Meloni.
Siamo una bella organizzazione perché siamo fatti di uomini e donne vere che credono in quello che fanno
Con commozione Landini segna l’epilogo della kermesse, invitando a uno a uno “i compagni e le compagne” ringraziandoli personalmente e concedendo un lungo applauso della platea.
Congresso Cgil, Landini pronto a maxi sciopero
Nel suo intervento conclusivo al Palacongressi di Rimini, Landini è partito da un estratto del discorso di ieri che Giorgia Meloni ha tenuto al Congresso Cgil. Nello specifico, il passaggio in cui la premier ha detto che “la ricchezza viene prodotta da chi lavora”: il segretario ha aggiunto che, in virtù di questo assioma, “è necessario rimettere al centro il lavoro e la persona come elemento per cambiare il modello sociale ed economico che in questi anni si è affermato“.
La stoccata decisiva alla leader di Chigi arriva poco dopo, e insinua una linea incoerente nelle sue parole:
Meloni ha ricordato qui il giorno dell’unità nazionale, un valore importante, ma vorrei che se ne ricordasse non solo il 17 marzo, ma il 18, il 20, il 23. E’ una contraddizione, come si fa a votare l’autonomia differenziata e poi venire qui il giorno dopo e parlare di unità nazionale. Lo diciamo in modo chiaro al governo, alle forze politiche, alle controparti: noi non ci fermeremo e non accettiamo che sia il lavoro a pagare per tutti. Questo Paese lo vogliamo cambiare più del governo e più delle forze politiche e lo diciamo a Cisl e Uil: lo vogliamo fare insieme a voi e agli altri lavoratori. Non ci fermeremo. La battaglia la vinceremo. Di cosa abbiamo paura, cosa dovremmo perdere? Le pensioni che non abbiamo, la precarietà, il salario che non arriviamo a fine mese? Se non fai nulla, hai perso prima di cominciare.
Riferimento esplicito al fatto che il giorno prima di recarsi in Romagna, il 16 marzo, si votava in Aula il provvedimento sull’autonomia differenziata, tra i cavalli di battaglia del governo e della Lega in particolare: misura che la Cgil reputa incostituzionale perché crea nuove divisioni. Il rimando diretto è invece al parallelismo che la premier ha affermato ieri, sottolineando che la sua presenza cadeva in concomitanza con l’anniversario dell’unità d’Italia.
Se non altro, sia Landini che Meloni sono consapevoli di essere su lunghezze d’onda diametralmente opposte. Lo ha ribadito anche il segretario questa mattina, lanciando l’invito ai colleghi di Cisl e Uil per lanciare uno sciopero nazionale: ma sulla questione è in programma una riunione fissata la prossima settimana.
Nota di contorno l’intervento in video collegamento dei genitori di Giulio Regeni, i quali hanno ringraziato la Cgil per il supporto mostrato nella ricerca della verità e della giustizia.