Frans Timmermans ha tenuto ieri una lectio magistralis all’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Intervistato dalla stampa italiana il vicepresidente della Commissione Europea ha colto l’occasione di chiarire la sua posizione e quella dell’Europa sui temi più discussi della transizione verde: lo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035 e la direttiva sulle case green: “Si sentono tante inesattezze: siamo pronti al dialogo con l’Italia ma non sia una discussione ideologica“.

Frans Timmermans: “L’Europa lascia all’industria la scelta sulle tecnologie”

Nonostante i tumulti che attraversano il dibattito europeo e che mettono in discussione le scelte effettuate dalla Commissione in tema di transizione green, il vicepresidente Timmermans si dice fiducioso. I temi che scaldano il dibattito, specialmente in Italia, sono due: lo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035 e la direttiva sull’efficientamento delle case europee.

Il primo punto che Timmermans tiene a chiarire riguarda proprio le auto: “La Commissione ha stabilito l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Ma l’Europa lascia all’industria le scelte sulla tecnologia: non diciamo cosa usare, ma chiediamo che le macchine prodotte nella Ue dal 2035 siano a zero emissioni”.
Per questo il vicepresidente si dice fiducioso: i dubbi sollevati in primis da Germania – ma anche dall’Italia – possono essere superati, ma deve prevalere la volontà di dialogo e non di scontro ideologico.

Il provvedimento sulle auto elettriche non è però l’unico che infiamma il dibattito europeo e italiano. Il riferimento è alla direttiva sulle case green. In Europa tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni entro nel 2028. Per il patrimonio immobiliare esistente si prevede, invece, il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e della classe D entro il 2023.

Sul tema l’Italia “deve fare le sue scelte: l’economia non può crescere su una terra morta”. Anche perché i timori del nostro Governo sono, secondo il vicepresidente, infondati: questa sfida è perfettamente all’altezza della capacità industriale italiana, la quale si è sempre mostrata creativa e in grado di reinventarsi. Il problema è, semmai, la grande disinformazione che crea confusione. Gli obiettivi della Commissione sono infatti chiari: “la prima riqualificazione riguarda al massimo il 15% degli stabili e non si applica a edifici storici, chiese e case di vacanza”. E rassicura: “non esiste nessuna norma per la quale ispettori europei sequestreranno case agli italiani, così come non è previsto il divieto di vendere le case non a norma”.

In materia di scelte ecologiche Frans Timmermans si appella infine al buon senso e alla scienza. Il monito è chiaro: il prezzo che l’Europa deve oggi pagare per la transizione verde non è nulla se comparato ai costi che le nostre economie e le nostre società dovranno pagare a causa di shock diretti e indiretti che colpiranno il nostro pianeta. L’appello è a farsi trovare pronti: mentre Usa, Cina e India procedono sulla strada dell’innovazione l’Europa deve rimanere al passo. Il vicepresidente conclude: “Ben venga dunque il dialogo tra i Paesi e l’Europa, ma si discuta su temi e fatti e non su falsi miti ideologici”.