Guerra in Ucraina, giorno 388, ultime notizie.
Dal punto di vista diplomatico risuona l’eco del mandato di arresto emanato della Corte penale internazionale de L’Aia (Olanda) nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Volodymyr Zelensky ha parlato di decisione “storica”, che segna un primo passo verso la costituzione di un Tribunale da lui fortemente invocata.
Nelle ultime ore si è però espresso anche il presidente americano Joe Biden, il quale ha definito “giustificata” la decisione della Corte, sottolineando come “Putin abbia chiaramente commesso dei crimini di guerra in Ucraina”
Il mandato è stato emesso dopo che il gruppo intergovernativo ha formulato l’accusato di rapimento di minori nei confronti dell’attuale leader del Cremlino, estendendo la taglia anche alla figura di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, ministro sovietico per l’infanzia, con accuse simili di crimini di guerra. La stessa ha quindi replicato in questa maniera: “È fantastico che la comunità internazionale abbia apprezzato il lavoro per aiutare i bambini del nostro Paese, che non li lasciamo nelle zone di guerra, che li portiamo fuori, che creiamo buone condizioni per loro, che li circondiamo di persone premurose.”
Il Cremlino ha dichiarato che la Russia, che non riconosce l’autorità della Corte penale internazionale, considera le accuse “oltraggiose e inaccettabili“.
Il presidente della Cpi, il giudice polacco Piotr Hofmański, aveva quindi parlato in questa maniera rispetto alla decisione presa: “I giudici della Corte penale internazionale hanno esaminato i documenti e le prove raccolte dal procuratore e hanno stabilito che c’erano accuse credibili contro queste due persone (Vladimir Putin e Maria Alekseyevna Lvova-Belova). La Cpi sta facendo la sua parte di lavoro, i giudici hanno emesso i mandati d’arresto. La loro esecuzione dipende dalla collaborazione internazionale.”
Guerra in Ucraina, Zaporizhzhia ancora sotto assedio
Sul campo la guerra in Ucraina non offre molti spunti di riflessione. Accantonando momentaneamente la situazione di Bakhmut, dove non si registrano novità di rilievo con il villaggio sempre accerchiato dai russi, lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine nel suo briefing mattutino del 18 marzo ha parlato di “oltre 100 attacchi in cinque regioni respinte nella giornata del 17 marzo”.
Le forze russe stanno concentrando i loro sforzi nel condurre offensive verso Lyman, Bakhmut, Avdiivka, Mariinka e Shakhtarsk nell’Oblast di Donetsk. L’aviazione di Kiev, al contempo, ha effettuato sei attacchi contro basi russe temporanee colpendone due.
Al di fuori del Donbass, le milizie di Mosca hanno bombardato la città di Zaporizhzhia con i missili aerei S-300, colpendo alcuni esercizi commerciali della città: lo riferisce il sindaco di Zaporizhzhia Anatolii Kurtiev. Almeno 16 i droni Shabaz di fabbricazione iraniana partiti dalla Russia nella giornata di ieri, di cui 11 respinti. Altri scenari in cui si assiste a quotidiane esplosioni riguardano le regioni di Dnipropetrovsk, Kiev, Sumy e Zhytomyr. Il Cremlino starebbe utilizzando due punti di lancio: l’Oblast di Bryansk e la costa orientale del Mar d’Azov.
Infine, per quanto concerne il sostegno bellico da altre parti, Belgio e Slovacchia hanno stretto un’intesa con Kiev mentre la Germania ha avviato le procedure per l’invio di Panzer.