Il governatore del Wyoming Mark Gordon ha firmato venerdì sera una legge che proibisce la vendita della pillola per l’aborto. Il decreto, denominato “Life is a Human Right Act” (La vita è un diritto umano), scongiura inoltre qualsiasi controversia legale inerente a possibili interpretazioni sul tema.
Credo che la questione debba essere decisa al più presto, in modo da risolvere definitivamente il problema dell’aborto in Wyoming, e il modo migliore per farlo è il voto del popolo
Il Wyoming, primo Stato americano a garantire il diritto di voto alle donne (nel 1869), primo Stato americano a eleggere un giudice al femminile a essere governato da una signora (Nellie Taylor Ross, nel 1925), diventa così pioniere anche della nuova tendenza anti aborto sancita dalla Corte Suprema americana lo scorso luglio.
Usa, Wyoming vieta vendita pillola per l’aborto: possibile reazione a catena
La decisione assunta dal governatore repubblicano del Wyoming sulla pillola per l’aborto arriva al termine di una settimana dove sono stati registrati nuovi casi davanti ai tribunali americani. In Texas, nello specifico, un gruppo di querelanti cristiani ha sollevato dubbi sull’impiego del mifepristone, un farmaco alternativo approvato dagli Usa negli anni Settanta.
Logicamente, quanto deliberato trova anche una schiera di oppositori: il direttore dell’ACLU (la più importante organizzazione non governativa Usa a tutela dei diritti civili) del Wyoming, Antonio Serrano, ha criticato duramente la del governatore, sottolineando che certe scelte andrebbero assunte da organismi scientifici e non politici.
L’aborto farmacologico è diventato il metodo preferito per interrompere la gravidanza negli Stati Uniti anche prima che la Corte Suprema annullasse la sentenza Roe vs Wade, che ha protetto il diritto all’aborto per quasi cinque decenni.
Quindici Stati hanno già limitato l’accesso alle pillole abortive, tra cui sei che richiedono una visita medica di persona. Queste leggi potrebbero resistere alle contestazioni dei tribunali e limitare in maniera stringente l’operato di medici e farmacisti, i quali rischierebbero sanzioni finanziarie e professionali anche gravi.
In virtù di ciò, si prevede che la tendenza a emigrare in uno Stato dove l’accesso alla pillola abortiva è più immediato cresca ancora.