Nuova No tax area: ecco come sarà con la riforma fiscale 2023 e chi non dovrà pagare l’Irpef perché guadagna troppo poco. Con le nuove regole inserite nel disegno di legge delega approvato nella giornata di ieri, 16 marzo, nel Consiglio dei ministri, la novità più importante per la No tax area è rappresentata dall’equiparazione dei redditi dei dipendenti con quelli dei pensionati. La No tax area sale per i primi di 500 euro, a 8.500 euro, come per i pensionati. Non è l’unica novità contenuta in quel che si è venuti a conoscenza della riforma fiscale in arrivo nel sistema tributario italiano. Infatti, ulteriori cambiamenti arriveranno sul regime di deducibilità e detrazione delle spese, sui redditi agrari e di natura finanziaria, sulla cedolare secca nel caso degli immobili differenti da quelli abitativi, sulla revisione del reddito da lavoro dipendente e assimilati, sul lavoro autonomo e sui redditi diversi.
Nuova No tax area: come sarà con la riforma fiscale 2023 e chi non dovrà pagare le tasse
La grande novità sulla nuova No tax area che arriva dalla riforma fiscale del 2023 è l’equiparazione dei redditi da lavoro dipendente con quello dei pensionati. Il regime del non pagamento delle imposte sulle persone fisiche si innalza per i dipendenti di 500 euro, pareggiando quello dei pensionati a 8.500 euro. Rispetto ai tanti cambiamenti che, nel corso dei decenni, si sono alternati nella materia fiscale e delle imposte, la riforma del nuovo governo intende rendere omogenee situazioni reddituali che sono assimilabili. Ecco, dunque, il perché sia stato aumentata l’area di No tax delle categorie di lavoratori dipendenti che guadagnino poco. Di pari passo va anche la novità della misura forfetizzata sulle spese che i lavoratori dipendenti spendano per la produzione dei redditi: in questo ambito, similmente a quanto la disciplina preveda già per le partite Iva e i lavoratori autonomi, anche i dipendenti potranno portare in deduzione, ad esempio, i contributi previdenziali obbligatori (e, nel caso, riportare le eccedenze per gli incapienti), e di applicare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali con la base imponibile calcolata sull’incremento del reddito prodotto mediante il meccanismo di reddito incrementale, ovvero di un periodo di imposta rispetto a quello più elevato, in termini di reddito, dei tre periodi pregressi.
Tutte le altre novità in arrivo su esenzioni fiscali, deduzioni e detrazioni, redditi agricoli e cedolare secca
Altre novità in tema di riforma fiscale e di redditi bassi sono previsti anche per quelli degli agricoltori. La nuova legge delega dovrebbe prevedere nuove classi di reddito rapportati a innovativi sistemi di qualità e di coltura, quali ad esempio, la “vertical farm”. Sui redditi diversi cambierà, inoltre, il meccanismo secondo il quale viene a determinarsi la plusvalenza ottenuta dalla cessione onerosa dei terreni edificabili. Il Fisco, in questo caso, varierà in rapporto al periodo di possesso del terreno stesso. I collezionisti che beneficino di plusvalenze senza fare attività d’impresa saranno soggetti a una nuova tassazione nel caso in cui dovessero speculare dalle proprie operazioni. Di un’estensione si dovrebbe avvantaggiare anche la cedolare secca applicata agli immobili: la novità è quella dell’applicazione del vantaggio fiscale non solo ai fabbricati abitativi, ma anche a quelli non residenziali, utilizzati come depositi e laboratori. La riforma fiscale andrà a interessare anche i redditi di natura finanziaria mediante la revisione della tassazione e la previsione di un’unica categoria di redditi tra quelli da capitale e quelli diversi previsti dal decreto del Presidente della Repubblica numero 917 del 1986, all’articolo 67. Ancora sui redditi dei lavoratori dipendenti e a essi assimilati, la riforma fiscale stabilirà nuove regole in particolare sui fringe benefit, ovvero sui premi distribuiti ai lavoratori in rapporto alla loro produttività. Si introdurranno, dunque, criteri diversificati che puntino alla mobilità sostenibile, ai fondi integrativi di pensione, al consumo energetico sostenibile e alla solidarietà sociale. Per i lavoratori autonomi, inoltre, la riforma fiscale andrà a ridurre le somme a titolo di ritenuta fiscale se i committenti si avvalgano di dipendenti nell’esercizio della propria attività.