Tassi BCE 2023: con la pubblicazione del comunicato stampa nella giornata di ieri, giovedì 16 marzo, il Consiglio direttivo ha deciso di aumentare di 50 punti base i tre tassi di riferimento della Banca Centrale Europea.
Questa decisione di politica monetaria è stata presa a causa di un tasso di inflazione che continua a rimanere troppo elevato e per troppo tempo, e in modo da continuare a perseguire l’obiettivo di un ritorno tempestivo all’inflazione del 2% sul medio termine.
L’aumento dei tassi BCE 2023 è stato disposto a partire dal 22 marzo e ha lo scopo, per l’appunto, di preservare la stabilità dei prezzi e anche la stabilità finanziaria all’interno dell’area dell’euro, apportando inoltre degli interventi da parte del Consiglio direttivo al fine di fornire la liquidità necessaria qualora ce ne fosse bisogno.
In precedenza, secondo gli studi che sono stati effettuati dagli esperti della BCE, erano state fatte delle previsioni al ribasso per quanto riguarda l’inflazione, a causa di un minore contributo da parte delle quotazioni energetiche rispetto alle aspettative che erano state mostrate ancora prima.
Le nuove proiezioni macroeconomiche, invece, effettuate durante i primi giorni di marzo, hanno evidenziato un’ulteriore incertezza in merito alle valutazioni relative all’inflazione e alla crescita, dovute alle nuove tensioni che sono emerse nei mercati finanziari.
Gli esperti della BCE, dunque, prevedono ora un’inflazione che dovrebbe collocarsi in media al:
- 5,3% nel 2023;
- 2,9% nel 2024;
- 2,1% nel 2025.
Mentre, a causa delle pressioni di fondo sui prezzi che restano intense, l’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari si attesterà con una media del 4,6% nel 2023, del 2,5% nel 2024 e del 2,2% nel 2025, secondo quanto previsto dagli esperti della BCE.
Per quanto riguarda le proiezioni macroeconomiche sulla crescita relativa all’anno 2023, si prevede un rialzo che porterà all’1,0%, che aumenterà ancora di più fino all’1,6% sia nel 2024 che nel 2025.
Tale crescita sarà dovuta dai seguenti aspetti principali:
- il vigore del mercato del lavoro;
- il miglioramento del clima di fiducia e dalla ripresa dei redditi reali.
Tassi BCE 2023: ecco di quanto sarà l’aumento dei tre tassi di riferimento a partire dal 22 marzo
In base a quanto abbiamo accennato durante il corso del precedente paragrafo, riguardo alla decisione del Consiglio direttivo di aumentare di 50 punti base i tre tassi di riferimento della BCE, ecco quali sono i nuovi tassi BCE 2023 validi a partire dal 22 marzo:
- tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali 3,50%;
- tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale 3,75%;
- tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale 3,00%.
Per quanto riguarda le operazioni di rifinanziamento, dunque, il Consiglio direttivo farà tutto il possibile per far tornare l’inflazione al 2% nel medio termine, mettendo in atto delle decisioni di politica monetaria in linea con questo obiettivo.
Ecco, in particolare, le azioni che saranno sviluppate dal Consiglio direttivo della BCE:
“A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.
Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. La BCE dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato di stabilità dei prezzi”.
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