Il ponte sullo Stretto di Messina torna prepotentemente alla ribalta. Uno dei cavalli da battaglia di Salvini, rubato ormai a Berlusconi, vedrà – forse – la prima pietra posata nel 2024. Un’opera che permetterà a siciliani e calabresi di percorrere più velocemente la lingua d’acqua, per fermarsi una volta arrivati perché poi il resto delle infrastrutture è ancora arretrato, denuncia Legambiente. Il presidente Stefano Ciafani, a Tag24, parla di un’opera inutile e dannosa per l’ambiente, che già è costata parecchi denari e che ne costerà, se realizzata, ancora di più. Mentre, dice in pratica, questi soldi potrebbero essere spesi per ammodernare le infrastrutture di Calabria e Sicilia, perché ora “sono di serie B”.
Durante il cdm di ieri, il ponte sullo Stretto è stato presentato come “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente”, ma è così urgente questo progetto, secondo voi di Legambiente?
“Francamente il collegamento stabile e veloce tra Messina e Villa San Giovanni non ha nulla a che vedere con urgenze di altro tipo, come quella che ha prodotto la tragedia del ponte Morandi a Genova. Non abbiamo compreso il senso di un decreto approvato in Consiglio dei ministri. Leggendo i retroscena emergono una serie di distinguo e dubbi che condividiamo appieno. Se c’è una urgenza da inserire in un decreto che riguarda la mobilità tra Calabria e Sicilia, e in Calabria e in Sicilia, è quella di rendere civile, perché oggi è incivile, la modalità con cui si spostano le persone e le merci. Distogliere attenzioni e risorse economiche, per una opera che non è la priorità dei cittadini siciliani e calabresi, è un grave errore da parte del Governo che per l’ennesima volta insiste su un’opera che sarà una cattedrale nel deserto”.
Qual è la situazione delle infrastrutture in Sicilia?
“Se prendi il treno da Trapani per arrivare nel sudest della Sicilia, tra Ragusa e Siracusa, ci impieghi 9 ore. Ci sono alcune interruzioni causate da frane e smottamenti del passato, ma soprattutto perché le linee ferroviarie della Sicilia sono assolutamente inadeguate, sono quasi tutte a binario unico e molte tratte neanche elettrificate. Da una parte le interruzioni del servizio, dall’altra parte una infrastruttura che rende poco frequenti e assolutamente inaffidabili le corse. Allontana anche il cittadino siciliano intenzionato a prendere il treno, piuttosto che la propria auto privata”.
E in Calabria?
“Una delle regioni dove non arriva l’alta velocità oggi. O meglio, si ferma a Salerno, cioè non ci sono i lavori per la Napoli-Bari. È stato avviato il percorso per la fare l’alta velocità fino a Reggio Calabria. Ma le infrastrutture in Calabria rendono impossibile prendere il treno, oltre la tratta che collega Salerno a Lamezia Terme e a Reggio Calabria, che è l’unica tratta ferroviaria vera, su cui però ci sono da fare interventi pesanti. Sulla Jonica, invece, la Reggio Calabria-Taranto, è ancora gran parte a binario unico e non elettrificata”.
Ponte sullo stretto, Legambiente: “Costerà diversi miliardi di euro”
Quanto è costato fino a oggi il Ponte?
“Fino a oggi è costato 1 miliardo di euro tra studi, consulenze e stipendi”.
Quanto costerebbe questo nuovo progetto?
“Diversi miliardi di euro, ma sono stime. È un progetto più che a campata unica è campato in aria”.
Perché fino a oggi non sono stati investiti questi soldi sulla rete ferroviaria in Sicilia e Calabria?
“Due miliardi servono a raddoppiare i binari in Calabria e in Sicilia, elettrificare le linee, acquistare treni moderni, per garantire dopo le linee moderne ci possano viaggiare i convogli con frequenza del nord. Se hai linea migliore ma non treni non ti sposti. Non è stato fatto l’inadeguatezza classe dirigente di queste due regioni. Mi riferisco a chi governa in quelle regioni, ai parlamentari espresse da quelle regioni e alla classe imprenditoriale. Se sposti persone e merci su ferroviaria, ci sarà meno trasporto su gomma, meno volume d’affare per il trasporto merci e di conseguenza un minore uso gasolio e benzina”.
Però un ponte sullo Stretto velocizzerebbe gli spostamenti e potrebbe portare più turismo
“Fai velocemente lo stretto, poi rallenti quando arrivi a terra e perché torni ad andare a 20 km all’ora”.
Il ponte che impatto potrebbe avere sull’ambiente e sull’ecosistema dello stretto?
“Le opere infrastrutturali hanno sempre un impatto sui territori. L’impatto eolico cambia il panorama, ma è un’opera che, se fatta bene, è molto utile. Il ponte sullo stretto avrà un impatto importante sul paesaggio dello Stretto, ma che è assolutamente inutile”.
Vi mobiliterete come Legambiente contro il ponte sullo Stretto?
“Siamo mobilitati dagli anni 90, dal primo governo Berlusconi cominciò questa narrazione. Il Governo nella legge di bilancio ha riattivato la società Stretto di Messina spa. Contrasteremo questa idea, faremo in modo che finisca come i precedenti Governi. Dobbiamo fare in modo che si facciano le altre opere infrastrutturali in queste regioni”.