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Milano 21 marzo libera

ESCLUSIVA TAG24-Manifestazione di Libera del 21 marzo a Milano, Lorenzo Frigerio: “Presenza mafia in Lombardia non venga sottovalutata”

Si svolgerà a Milano, il 21 marzo 2023, la manifestazione per la ventottesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera Informazione, ha parlato a Tag24 di come sarà organizzata la manifestazione e quali sono i temi centrali che verranno portati in piazza il 21 marzo.

La manifestazione nazionale di Libera del 21 marzo, intervista a Lorenzo Frigerio

La manifestazione per la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie avrà luogo a Milano il 21 marzo 2023. Una giornata dedicata al contrasto alla criminalità organizzata e che mette al centro più valori. Il coordinatore di Libera Informazione Lorenzo Frigerio ha spiegato a Tag24 cosa si farà martedì 21 marzo, che strada seguirà il corteo e come opera Libera in Lombardia.

Che percorso seguirà la manifestazione?

Il corteo seguirà le vie del centro di Milano e da Porta Venezia raggiungerà Piazza del Duomo, quindi nel cuore della città. Ci saranno i famigliari delle vittime, gli enti locali, le scuole: insomma tutto il mondo che abbiamo chiamato a rapporto.

Quali sono i temi che saranno portati in piazza in occasione di questo 21 marzo?

Questo 21 marzo a Milano significa innanzitutto ritornare in presenza con il format che ci aveva accompagnato fino al 2017, cioè un’unica tappa nazionale dove leggere l’elenco delle vittime delle mafie. Quest’anno i famigliari che arriveranno da tutta Italia saranno circa 500 e ci hanno chiesto di fare un’unica tappa nazionale: si è scelta Milano per il trentennale delle stragi del 1993-quelle dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino-e per il decennale del funerale laico fatto per la testimone di giustizia Lea Garofalo, sepolta al Cimitero monumentale di Milano. C’è un’attenzione poi rispetto al percorso che hanno fatto il mondo delle scuole e le università, c’è un protocollo che Libera ha con undici tra atenei pubblici, privati e master di alto livello che riguardano un lavoro che durante l’anno viene svolto da professori e studenti sui temi delle mafie e della corruzione. C’è da ultimo-ma non meno importante-la sottolineatura dei rischi che la normalizzazione delle mafie possa provocare a partire da una realtà come Milano.

Mafia in Lombardia: quanto è presente e quali sono i principali effetti?

Abbiamo una presenza che non è da sottovalutare, tanto è vero che i magistrati ci dicono che la Lombardia è la seconda regione della ‘ndrangheta e la prima per traffico di stupefacenti: questo spiega la presenza criminale legata alla mafia originaria della Calabria che oggi è leader mondiale del narcotraffico. Si tratta di una presenza di un certo tipo che non è certo quella si manifesta militarmente in alcune zone e che siamo abituati a considerare parte della nostra storia perché influenzati da film piuttosto che da rappresentazioni di fiction cinematografiche. É una presenza che inquina l’economia ed il tessuto sociale: basti pensare che prima di Natale ci sono stati 49 arresti a Rho, 10 arresti a Pioltello, 73 tra la provincia di Brescia e di Cosenza. Dopo Natale ci sono stati altri 10 arresti nel cratere del terremoto del mantovano-quel terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna con effetti sulla bassa Lombardia, dove gli uomini delle mafie stavano cercando di dirottare i flussi e i fondi legati alla ricostruzione. Se guardiamo in controluce tutte queste inchieste vediamo un unico filo rosso che è dato dalla presenza delle solite famiglie e dagli stessi nomi: questo vuol dire che abbiamo a che fare con una manifestazione classica di criminalità mafiosa, se questi soggetti non rompono con la loro origine criminale quando escono dal carcere-in qualche maniera “impreziositi” dall’essere stati in galera senza aver tradito l’organizzazione-tornano a fare cosa gli riesce meglio: i criminali. Il problema è chi sta attorno e si relaziona con questi soggetti.

Come lavora Libera sul territorio lombardo?

Incontriamo studenti, associazioni ed istituzioni e abbiamo fatto un sacco di manifestazioni ed interventi nelle scuole per favorire la presenza nella giornata del 21 quindi ci sono stati appuntamenti in scuole ed università e molte iniziative pubbliche utilizzando gli spazi dei comuni, le biblioteche civiche e i centri sociali. C’è stata una fitta rete di eventi e manifestazioni collaterali con la finalità di far convogliare partecipazione e presenze il giorno 21.

Come avete spiegato all’interno delle scuole l’impatto della mafia sull’Italia e sulla Lombardia?

Il lavoro con i ragazzi è svolto sempre a partire da casi concreti e da alcune storie: visto che la Giornata è quella della memoria e dell’impegno si parte da queste vicende-magari dai nomi meno conosciuti-e si cerca di avvicinare ai ragazzi su questioni complesse ma che comunque li devono riguardare. La presenza delle mafie in Lombardia è spiegata cercando di smontare gli stereotipi cinematografici, si cerca di raccontare loro che i mafiosi non sono più quelli con la coppola e la lupara ma sono vestiti come noi, hanno case, abitazioni e macchine come le possono avere tutti. Non ci sono indici che rilevano la presenza dei criminali, bisogna allenare l’occhio ad una presenza diversa che è di tipo economico ed imprenditoriale che cerca di sfruttare tutte le occasioni pubbliche e private per fare denaro.

Trent’anni dall’arresto di Riina, pochi mesi fa è stato catturato Matteo Messina Denaro: quali altri passi concreti vanno fatti per assicurarsi che la mafia non sia più un problema?

Intanto dovremmo smetterla di pensare che sia un’emergenza. Si è fatto riferimento a questi due arresti che hanno segnato la storia dei decenni recenti: è chiaro che è passato un mondo dall’arresto di Riina a quello di Messina Denaro ma purtroppo ci sono delle costanti. La costante è l’indifferenza che spesso fa rima con l’insofferenza, l’indifferenza è quella dell’opinione pubblica che pensa che la questione delle mafie sia da relegare a una vicenda di “guardie e ladri” e quindi ci sono i soggetti preposti-e per fortuna che ci sono, perché abbiamo la migliore magistratura e forze dell’ordine ma da questo tipo di realtà non se ne esce se non si fa una bonifica di carattere culturale Se non si lavora sulla prevenzione se non si passa da indifferenza a presenza vincendo l’insofferenza che prende le persone. Come ha detto il nostro presidente Don Luigi Ciotti la mafia non si arresta con Messina Denaro.


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Francesco Fatone

Giornalista professionista dal 2 febbraio 2023, redattore presso Tag24.it. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, ho frequentato il Master in giornalismo della Lumsa nel biennio 2020-2022. In passato stagista presso "IlMessaggero.it" ed AdnKronos. Ho scritto di esteri su diverse riviste specializzate.

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