L’Ufficio statistico europeo (Eurostat), ha confermato le stime relative all’inflazione di febbraio nell’Eurozona (15 Paesi). I prezzi al consumo segnano un +8,5% su base tendenziale, in linea con le attese, pareggiando sostanzialmente il dato di gennaio (+8,6%).
Su base mensile i prezzi al consumo sono saliti dello 0,8%, erodendo interamente il decremento (-0,8%) di gennaio. Dati già noti se si allarga l’orizzonte all’Ue (28 Paesi) e alla base della decisione assunta ufficialmente ieri dalla Banca Centrale Europea (Bce), scontenta del calo lieve a mascherato dal crollo dei prezzi dei beni energetici.
L’inflazione core, dunque al netto delle componenti più volatili quali alimentari, energia, alcool e tabacco, registra un aumento del 5,6% su base annua e dello 0,8% su base mensile.
Inflazione Eurozona a febbraio, Benelux in salute
Sempre in riferimento al mese di febbraio, l’inflazione annuale dell’Unione europea (Ue) è stata pari al 9,9%, anche in questo caso con un lieve calo dello 0,1% su base mensile.
Tornando all’inflazione nell’Eurozona a febbraio, i tassi più bassi sono stati registrati in Lussemburgo (4,8%), Belgio (5,4%) e Spagna (6,0%), mentre i più elevati dell’area Ue sono stati rilevati in Ungheria (25,8%), Lettonia (20,1%) e Repubblica Ceca (18,4%).
Da un punto di vista qualitativo, il contributo maggiore al tasso di inflazione annuo dell’Eurozona è venuto dai generi alimentari, alcol e tabacco (+3,1%), seguiti da servizi (+2,02%), beni industriali non energetici (+1,74%) ed energia (+1,64%).
Putin ottimista, Croazia pessimista
Chi guarda con un certo interesse alla “delusione” europea è la Russia. Ieri Vladimir Putin ha dichiarato di essere fiducioso sulla riduzione dell’inflazione a Mosca, che continua il suo trend decrescente: a febbraio si attesta all’11%, in calo dall’11,8% di gennaio (picco a maggio 2022, +17,1%). Gli esperti prevedono un ulteriore calo a marzo, fino a raggiungere il tasso ideale stabilito dalla banca centrale sovietica del 4%.
Come in Europa anche il Cremlino segna un aumento dei prezzi al consumo su base mensile (+0,5%, dunque minore dell’Ue). Altro elemento che mira a garantire la tenuta dell’equilibrio è il mantenimento del tasso di riferimento al 7,50% annuo da parte della banca centrale. Nella relazione si legge che “gli attuali tassi di crescita dei prezzi rimangono moderati” e che “i dati ad alta frequenza di acquisto suggeriscono che è in corso una ripresa dell’attività delle imprese e dei consumatori”. La prossima riunione di revisione dei tassi è prevista per il 28 aprile 2023.
Rimane invece abbastanza critica e pessimista la situazione in Croazia, dove i prezzi sono aumentati del 12% su base annua a febbraio (a gennaio +12,7%) e dello 0,2% su base mensile. Già da mesi, una buona fetta della cittadinanza protesta contro la decisione dell’ingresso nell’area euro, avvenuta dal primo gennaio 2023.
Su base annua, i prezzi di cibo, bevande e bevande analcoliche sono aumentati del 17,1% a febbraio, i prezzi di alloggio, acqua, elettricità, gas e altri combustibili sono aumentati del 15,5% e i costi di trasporto sono aumentati del 5,8%. Il governo presieduto dal primo ministro Andrej Plenkovic ha promesso un maxi pacchetto da 1,7 miliardi per sostenere l’economia, e in particolare il settore turistico.