Quando si usa mamma e quando madre? Andiamo a scoprire se esiste una differenza tra i due termini e qual è il loro corretto utilizzo nella lingua italiana.
Quando si usa mamma e quando madre?
Iniziamo dalle differenze in ambito grammaticale. Secondo quanto spiegato da Treccani:
“Se si dice o si scrive mia madre, mio padre si è perfettamente dentro la norma tradizionale. Probabilmente, proprio a causa dell’influsso dei due tipi mia madre e mio padre, che hanno fatto da modello, sempre più spesso sentiamo dire e ci capita di leggere mia mamma e mio papà. (…)
Non è il caso di brandire la matita blu, né quella rossa; vale la pena, piuttosto, di essere consapevoli di una realtà “mista”, rappresentativa di una fase in cui la norma tradizionale, probabilmente, si sta modificando”.
Ci possono essere però anche delle differenze di utilizzo legate all’ambito psicologico. Come riporta Spaziopsicoterapia.it:
“La mamma è la donna reale, in carne ed ossa, che ci ha partorito (o allevato). Può essere mamma anche quando non è la madre naturale.
La Madre invece è quella di cui si ha l’immagine psicologica, è il Genitore interno dell’Analisi Transazionale”.
Etimologia dei termini
L’etimologia di “mamma” viene fatta risalire a “mammella”, anche se per molti si tratta semplicemente della ripetizione della sillaba “ma”, una delle prime che il neonato impara a pronunciare. In latino “mamma” era sia il nome con cui il bambino chiamava la mater, sia il seno.
Nel caso del termine “madre” invece l’etimologia è da ricondursi al sanscrito. Come spiega Etimoitaliano.it:
“essa è riconducibile alla radice sanscrita ma- con il significato primario di misurare, ma anche di preparare, formare. Da questa radice deriva poi il termine matr, che diventerà mater in latino, colei che ordina e prepara, donando il suo corpo e sopportando il dolore, il frutto dell’amore, alla vita”.