Primo caso isolato in Toscana, a Pisa, di Candida Auris, definita anche come “il super fungo”.

Questo fungo è stato trovato per la prima volta nel 2009 in Giappone da un campione proveniente dall’orecchio (dal latino auris) di una donna. Il primo, però, a oggi noto risale al 1996 ed è stato identificato a posteriori, in una raccolta di campioni coreani.

I primi focolai europei risalgono invece al 2015 in Francia mentre in Italia il primo caso di infezione invasiva è stato identificato nel 2019 seguito da un focolaio nelle Regioni settentrionali nel biennio 2020-2021.

L’ultimo caso individuato è quello del paziente ricoverato a Pisa ma originario della provincia di La Spezia che è arrivato nei giorni scorsi all’Ospedale di Cisanello perché continuava ad accusare malori. In un primo momento aveva seguito delle normali cure sanitarie proprio a La Spezia, ma, adesso, si trova ricoverato nell’Unità operativa di Malattie infettive pisana.

Il direttore dell’Uo, il professor Marco Falcone, però, tranquillizza: “L’infezione è sotto controllo e risponde ai farmaci, ma si trova in ospedale per altre patologie pregresse”. Dalle prime notizie il paziente starebbe migliorando proprio grazie alla terapia.

“L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha individuato la Candida Auris come minaccia globale perché invasivo e resistente a molti antifungini. Solo nel 10% dei casi vengono sviluppate infezioni gravi ma tra queste la mortalità è elevata. Ma abbiamo trovato una classe attiva di antifungini che funzionano”, ha continuato a “La Nazione” il professore.

Per il momento, conclude il dottor Falcone, non dobbiamo allarmarci, c’è una terapia e sono state messe in campo tutte le azioni per limitarne la diffusione. In Liguria sono stati registrati molti casi di infezione da Candida Auris e il paziente proviene da lì”.

Pisa Candida Auris: modalità di trasmissione e fattori di rischio

La Candida Auris può trasmettersi attraverso il contatto con superfici e/o dispositivi medici contaminati o il contatto tra persone colonizzate o infette.

Sono più a rischio di contrarre un’infezione da Candida Auris i pazienti che:

  • hanno problemi di salute preesistenti
  • sono ospedalizzati o si trovano in case di cura
  • necessitano di dispositivi medici invasivi (per esempio cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, tubi per tracheotomia, ecc). Si raccomanda la stretta aderenza alle norme igieniche per l’inserimento e il mantenimento dei cateteri e la cura meticolosa dei siti di tracheotomia. Inoltre, è opportuno valutare continuamente la necessità dei dispositivi invasivi e rimuoverli tempestivamente quando non siano più indispensabili
  • hanno un sistema immunitario indebolito.

Inoltre i pazienti colonizzati con questo fungo e sottoposti a procedure chirurgiche possono avere un maggior rischio di infezioni del sito chirurgico, per questo è raccomandata una preparazione della cute con un agente disinfettante a base alcolica a meno che non sia controindicato.

I sintomi e la terapia

I segni e sintomi dell’infezione da Candida Auris variano in base al sito corporeo interessato, tuttavia i sintomi potrebbero non essere evidenti in quanto i pazienti che contraggono l’infezione sono spesso già ospedalizzati e affetti da altre patologie che possono ostacolarne la diagnosi.

I quadri clinici più frequentemente riscontrati nelle infezioni di questo tipo di fungo sono:

  • infezioni del torrente ematico
  • infezioni intra-addominali
  • infezioni di ferite
  • otiti.

Inoltre, la Candida Auris è stata isolato da liquido biliare, tratto respiratorio e urina, ma non è ancora chiaro se possa provocare infezioni, a polmoni e vescica.

La maggior parte di queste infezioni sono trattabili con una classe di antimicotici, le echinocandine.

Alcune infezioni risultano però particolarmente difficili da trattare a causa della multi-resistenza a diversi agenti antifungini, questo comporta una terapia con più farmaci e a dosi più elevate.

Anche dopo il trattamento per le infezioni invasive, i pazienti rimangono generalmente colonizzati per lunghi periodi, pertanto, tutte le misure di controllo delle infezioni devono essere seguite durante e dopo il trattamento dell’infezione.