La Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Vincenzo Palumbo, il camionista di Ercolano che, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2021 uccise a colpi di pistola Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, due ventenni di Portici, scambiandoli per ladri. “Giustizia è stata fatta”, ha commentato dopo la lettura della sentenza il padre di una delle vittime.

Vincenzo Palumbo Ercolano condannato all’ergastolo: uccise due ventenni scambiandoli per ladri

“Ho chiesto scusa, ho fatto una lettera alla vigilia di Natale del 2021, non so se è stata consegnata alle famiglie. Sono solo un semplice camionista che vuole mandare avanti una famiglia. Malgrado le mie sofferenze sono andato avanti e non mi aspettavo che succedesse quello che è successo”. Sono queste le parole che ieri Vincenzo Palumbo, poco più che cinquantenne, avrebbe pronunciato in aula, poco prima della lettura della sentenza di condanna all’ergastolo disposta nei suoi confronti dalla Corte d’Assise di Napoli dopo una camera di consiglio durata circa due ore e mezza. L’uomo era accusato della morte di Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, di 27 e 26 anni. I fatti risalgono alla notte tra il 28 e il 29 ottobre del 2021. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le due vittime, entrambe originarie di Portici, erano in giro a bordo di una Fiat Panda: Giuseppe faceva compagnia all’amico, che all’alba avrebbe dovuto raggiungere i genitori per una giornata di lavoro presso lo stand di famiglia al mercato dei fiori di Ercolano. Un appuntamento a cui non sarebbe mai giunto, visto che, nel corso della notte, Palumbo, proprietario della casa accanto alla quale i giovani avevano parcheggiato per chiacchierare e passare il tempo, avendo notato i due e pensando che fossero dei ladri, aveva sparato loro diversi colpi con una calibro 40 regolarmente detenuta, mirando alla testa e uccidendoli.

“Ci sono i ladri fuori casa”, diceva allarmato, l’uomo, in una telefonata. E poi: “Mi sono trovato due, tre ladri fuori casa, ho sparato un paio di colpi”. Palumbo, camionista di professione, ha sempre sostenuto di aver agito per difesa, convinto che i due ventenni fossero dei malintenzionati. Per vendicarsi da una rapina subita in precedenza, che l’aveva particolarmente colpito. Una versione che non ha mai convinto l’accusa, sicura che l’uomo abbia sparato per uccidere e non per ferire. Sembra infatti che l’area fosse ben illuminata – anche perché la Panda aveva i fanali accesi – e che, considerando anche le ottime condizioni meteo e la breve distanza dal terrazzo di Palumbo, quest’ultimo fosse in grado di vedere cosa stesse accadendo in strada. Le sue scuse, alla fine, non sarebbero servite a convincere i giudici della propria innocenza: l’uomo, secondo la sentenza, dovrà scontare l’ergastolo. “È stata una liberazione, giustizia è stata fatta”, ha commentato il padre di Giuseppe Fusella. Mentre la madre, visibilmente commossa, ha commentato: “Non poteva esserci una condanna inferiore, era quello che si meritava”. Poi, rivolgendosi all’assassino, avrebbe aggiunto: “Deve chiedere perdono a Dio, se ha una coscienza”. Entro 90 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza.

Scarcerato l’uomo che ha sparato al vicino di casa sulla ruspa

Secondo quanto emerso dalle indagini sul caso di Sandro Mugnai, il 53enne accusato di aver ucciso a colpi di pistola il vicino di origini albanesi che aveva cercato di demolire la sua villetta con una ruspa, la difesa dell’uomo starebbe cercando di dimostrare che abbia sparato per difendere lui e la sua famiglia, messa in pericolo di vita dall’imminente e possibile crollo del tetto della casa, che veniva attaccato con l’escavatore manovrato dal vicino. Non essendoci pericolo di fuga, né di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove, nei suoi confronti non sono state disposte misure cautelari.