Mutui prima casa in rialzo e aumento consequenziale delle preoccupazioni nelle famiglie italiane dopo l’aumento dei tassi deciso dalla BCE. Il mutuo per acquistare un immobile è stato da sempre un fardello da sopportare per anni ma ora si sta rivelando motivo di vera e propria preoccupazione per gli italiani che temono di non riuscire a rimborsare alla banca il prestito nei prossimi 12 mesi.

L’indagine di Nomisma sui timori degli italiani

Mutui prima casa e timori sempre più evidenti. Secondo una recente indagine realizzata da Nomisma, un nucleo familiare su quattro teme di avere difficoltà a rispettare regolarmente le scadenze nel prossimo anno e tre famiglie su dieci hanno paura di non arrivare alla fine del mese e di non riuscire a mettere da parte dei soldi di reddito come risparmio anche per far fronte a future esigenze di qualsiasi natura essa siano: c’è chi pensa al futuro dei propri figli, alla loro istruzione, a visite mediche impreviste e spese ingenti dell’ultimo minuto da affrontare. Le paure degli italiani si fanno quindi sempre più insistenti, colpa anche di una situazione economica complessiva che desta preoccupazioni anche al ceto sociale medio ma ancor più a quello meno abbiente. Continuando con i dati emersi, il 65% delle famiglie si sia sentito abbastanza o molto preoccupato nell’ultimo anno, mentre il 53% si è trovato a gestire situazioni di ansia; per quanto riguarda il rimborso delle rate, il cui costo per i mutui è aumentato del 50% in soli 3 trimestri, sempre stando all’indagine di Nomisma, il 4% dei nuclei intervistati ha dichiarato di avere accumulato ritardi seppur lievi, mentre il 13% è riuscito a pagare le rate mensili con qualche difficoltà rinunciando magari a qualcosa per sopperire alle altre spese più urgenti. L’indagine spiega che al pagamento del mutuo per l’abitazione si sommano poi anche le rate di altri finanziamenti richiesti per ottenere altri beni comunque di necessità quali automobili o elettrodomestici, prestiti di liquidità, apertura di credito in conto corrente o prestiti con carta di credito revolving che coinvolgono all’incirca la metà delle famiglie italiane.