Dramma familiare a Trieste, dove un uomo di 67 anni ha ucciso il figlio disabile e ha poi tentato il suicidio. Secondo quanto riportato da fonti locali, l’uomo, ferito, avrebbe allertato in prima persona il 112 e sarebbe ora ricoverato, non in pericolo di vita. Non è la prima vicenda simile verificatasi negli ultimi mesi. A Modena, lo scorso novembre, un 69enne aveva tentato di uccidere il figlio disabile a colpi di martello; pensando di averlo ucciso, si era tolto la vita. Invece il 38enne era riuscito a salvarsi.

Padre uccide figlio disabile Trieste e poi tenta il suicidio

Il delitto si è consumato all’interno di un appartamento di via Foscolo, a Trieste. Qui, nella giornata di ieri, 16 marzo, un uomo di 67 anni ha accoltellato il figlio disabile, cercando poi di togliersi la vita a sua volta. Stando a quanto emerso finora, sembra che i due vivessero da soli da quando, qualche giorno fa, la moglie dell’uomo, madre del 38enne, era morta a causa di un malore. Entrambi, secondo il quotidiano Il Piccolo online, versavano in condizioni di grave disagio psichico: il 67enne era seguito dal Centro di salute mentale, mentre il figlio era in carico ai servizi sociali del Comune. Non si sa, per il momento, quale possa essere stata la motivazione del gesto.

Ciò che è chiaro è che, dopo aver ucciso il figlio, il padre ha rivolto anche contro di sé l’arma bianca usata per il delitto. Non riuscendo a togliersi la vita, avrebbe allertato in prima persona il 112, raccontando l’accaduto e autodenunciandosi. Sul posto, oltre agli agenti, sarebbero giunti anche polizia scientifica e 118. Al loro arrivo, i soccorritori avrebbero trovato l’uomo in gravi condizioni, trasportandolo in codice rosso per le tutte cure del caso presso l’ospedale di Cattinara. Nonostante le ferite al collo e al polso, non sarebbe in pericolo di vita. Nelle prossime ore il magistrato di turno dovrà vagliare la posizione dell’uomo, predisponendone il fermo e il piantonamento.

Il precedente simile a Modena

Qualche mese fa una vicenda simile aveva coinvolto la città di Modena, dove un uomo di 69 anni si era suicidato, convinto di aver ucciso il figlio disabile, del quale per una vita si era preso cura. Il 38enne, affetto da distrofia muscolare, era stato colpito con più martellate alla testa, probabilmente nel sonno, proprio dal padre che, pensando di aver messo fine alla sua vita, si era poi tolto la vita; invece il ragazzo era stato trovato dal fratello maggiore agonizzante, ma ancora vivo. All’arrivo dei soccorsi, era stato trasferito con urgenza a Baggiovara, dove era stato ricoverato in rianimazione, salvandosi. Sembra che al momento del tentato omicidio l’uomo e suo figlio fossero da soli in casa: la moglie del 69enne, madre della vittima, era infatti ricoverata a causa di una grave malattia. Proprio l’aggravarsi delle condizioni di salute della donna, secondo gli inquirenti, avrebbero spinto l’uomo a compiere l’estremo gesto: un gesto che, con molta probabilità, programmava da tempo, preso dallo sconforto. Dopo una vita trascorsa a prendersi cura di quel figlio che, a detta dei conoscenti, tanto amava, aveva deciso di mettere fine alle sofferenze di entrambi, probabilmente non vedendo via d’uscita. L’uomo, impiegato in un’azienda che si occupa di macchine per la lavorazione del legno, “accompagnava il figlio dappertutto: al lavoro, a fare le commissioni, ai concerti. Il ragazzo lavorava e aveva fatto anche il dj in discoteca. Malgrado la disabilità, aveva una vita piena e non ho mai sentito il padre lamentarsi”, avevano raccontato i conoscenti. Nonostante i sacrifici fatti per il figlio, nessuno avrebbe mai pensato che potesse arrivare a tanto.