La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda reggina ha disposto, per un anno, l’amministrazione giudiziaria della Eurospin Sicilia Spa, con sede a Catania, una delle cinque società con le quali opera il noto marchio della distribuzione alimentare.

Gli agenti della Dia e della Guardia di finanza sono arrivati questa mattina a Catania, nella sede legale del colosso, e hanno notificato al suo amministratore unico e legale rappresentante Matteo Mion il provvedimento emesso dal Tribunale su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Stefano Musolino e Walter Ignazitto.

 “Uno stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche riferibili alla struttura imprenditoriale della Eurospin Sicilia Spa ed esponenti della ‘Ndrangheta o soggetti collusi con questa”, si legge nel provvedimento.

L’amministrazione giudiziaria durerà un anno e prevede anche l’esonero della governance aziendale dalla gestione del settore dell’espansione commerciale, mediante l’apertura di nuovi punti vendita sul territorio.

Settore il cui controllo, adesso, è stato affidato alle amministratici giudiziarie Tommasina D’Agostino e Maria Delfino che dovranno esaminare, “l’assetto della Eurospin Sicilia con particolare riferimento ai dati dell’ultimo bilancio e del modello organizzativo e gestionale”.

Si tratta di una misura, spiegano i magistrati, che “si impone in funzione preventiva poiché mira a scongiurare il rischio che un’impresa sana e per la quale, dunque, non sussisterebbero i presupposti per disporne il sequestro di prevenzione possa essere, in qualche modo, infiltrata da soggetti legati a organizzazioni di stampo mafioso”.

Eurospin Sicilia in amministrazione giudiziaria: le indagini

Il decreto emesso oggi è collegato alle indagini dell’inchiesta “Planning” che nel 2022 ha portato all’arresto di diversi imprenditori reggini.

Dell’indagine è infatti emerso che la ‘Ndrangheta sarebbe stata agevolata, “colposamente”, ad infiltrarsi nell’attività di espansione commerciale della “Eurospin” mediante l’affidamento dell’esecuzione di opere edili volte all’apertura di nuovi punti vendita alla società “Leg Srl” che, veniva gestita da Giampiero Gangemi, imprenditore di riferimento della ‘Ndrangheta”.

Per il presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale Natina Pratticò e per i giudici Jessica Merolla e Tiziana Drago, infatti, ci sarebbe stato il “diretto e perdurante coinvolgimento” dell’imprenditore, indagato dalle Dda di Reggio Calabria e Roma, “nelle strategie di sviluppo progettate dalla Eurospin Sicilia Spa per espandersi nella città e nella provincia”.

Gli accertamenti della Dia e della Guardia di finanza hanno riguardato la realizzazione del punto vendita di Gallico, nella periferia nord di Reggio Calabria e hanno “fornito, si legge nel decreto del Tribunale, significativi indizi di pericolo di infiltrazione mafiosa nel settore dell’Eurospin”.

Al centro dell’inchiesta, ci sono anche il punto vendita che dovrebbe nascere a Siderno, nella Locride, la realizzazione di un terzo supermercato programmata in una via centrale di Reggio Calabria e, ancora, la ristrutturazione del punto vendita di Villa San Giovanni.

Altre persone coinvolte

I magistrati non hanno dubbi quando, nella gestione dei subappalti dei lavori eseguiti nel cantiere di Gallico sono emersi anche i nomi di altri soggetti vicini agli ambienti di mafia come Antonino Mordà, ritenuto esponente della cosca Araniti e tuttora imputato in un procedimento per associazione di tipo mafioso, nonché Domenico Gallo, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza.

Di Gangemi e Mordà ha parlato anche il collaboratore di giustizia Maurizio De Carlo che ha rivelato “l’esistenza di una partnership imprenditoriale”, costituita tra i due, “per monopolizzare la realizzazione di supermercati Eurospin nell’hinterland reggino”.

Nel mirino della Dda, infatti, c’è anche il progetto di realizzazione di un altro punto vendita sui terreni del noto Carmelo Ficara, recentemente condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

Prima fra tutti al centro delle indagini antimafia però c’è la Leg Srl di Giampiero Gangemi che è risultato stare dietro l’impresa edile reggina protagonista di eclatanti vicende criminali, accertate anche dalla Dda di Roma.

La gravità delle condotte avrebbe dovuto imporre all’impresa siciliana di maturare dei sospetti su tutta la famiglia di Gangemi così da scoprire, anche solo da fonti aperte, la pluralità di vicende criminali in cui erano coinvolti.

Ecco perché, secondo i giudici, ci sarebbero state “gravi negligenze in capo alla governance aziendale che ha determinato l’agevolazione di interessi criminali”.