Ultimi aggiornamenti dalla guerra in Ucraina, dove si è giunti al giorno 386 del conflitto. Le forze di Kiev hanno abbattuto un drone di fabbricazione cinese, di origine civile ma riadattato e armato per la guerra: è accaduto durante la notte tra venerdì 10 e sabato 11 marzo, nell’Ucraina orientale.
Secondo quanto riportato dalla Cnn si trattava di un Mugin-5, realizzato nella città portuale di Xiamen, nella Cina orientale. Stando al parere di alcuni blogger tecnologici, queste macchine hanno un prezzo di circa 15.000 dollari ciascuna. L’azienda produttrice ha confermato alla Cnn la paternità del prodotto, parlando di un “profondamente sfortunato” incidente. Non è la prima volta che un drone civile viene usato come arma da Mosca.
Dal Pentagono arrivano intanto nuovi dettagli sulla vicenda dell’incidente del drone americano abbattuto da aerei da combattimento russi nel Mar Nero. Il quartier generale del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti ha diffuso un video a testimonianza dello scontro che ha provocato la caduta del drone. Il video in questione mostra come il jet russo abbia colpito e danneggiato l’elica del velivolo, costringendo gli operatori a farlo precipitare in acqua. Dal Cremlino avevano negato le proprie responsabilità sulla collisione, affermando come le relazioni tra Mosca e Washington in questo momento siano “al loro punto più basso“.
Guerra in Ucraina, la Marina russa sul luogo della caduta del drone statunitense
Nel frattempo, la Marina russa ha raggiunto il luogo dell’incidente tra il jet russo e il drone MQ-9 statunitense, precipitato in acque internazionali a circa 70 miglia a sud-ovest della Crimea. Non è ancora noto se la Russia sia riuscita a recuperare i frammenti del drone andato distrutto.
Ieri, mercoledì 15 marzo, il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale Nikolai Patrushev aveva garantito come la Russia avrebbe “cercato di recuperare i resti” del drone: un’occasione ghiotta per osservare da vicino la tecnologia statunitense e allo stesso tempo per analizzare eventuali dati raccolti. Da Washington avevano rivelato di non volere che “qualcuno mettesse le mani” sull’apparecchio.
A tal proposito, l’esercito ucraino ha segnalato “attività atipiche” della Marina russa nel Mar Nero: Natalya Humenyuk, portavoce delle forze sud, ha contato 20 navi di cui 4 portamissili. Lo ha dichiarato la stessa portavoce ad Unian. Oltre al recupero del drone abbattuto in acque internazionali, secondo la portavoce, la presenza di navi russe sarebbe da imputare alla disponibilità a lanciare attacchi missilistici sull’Ucraina.
Shoigu: “Rischio escalation” a causa del volo dei droni Usa
Secondo Sergei Shoigu, i voli dei “veicoli aerei strategici senza pilota americani al largo delle coste della Crimea” sono da considerarsi “di natura provocatoria“. Lo ha ribadito lo stesso ministro della Difesa russo durante una telefonata con il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. I voli dei droni strategici statunitensi potrebbero portare ad “un’escalation della situazione nella regione del Mar Nero”.
La Federazione Russa non è interessata a tali sviluppi, ma in futuro reagirà di conseguenza a tutte le provocazioni.
Intanto, Vladimir Putin ha convocato gli oligarchi russi per la prima volta dall’inizio della guerra. Secondo indiscrezioni, il leader russo avrebbe bisogno del sostegno economico dei miliardari di stato alla guerra e all’economia russa.