Bonus edilizi, in arrivo la norma ‘salva caldaie e infissi‘ ma ci sarebbero poche speranze per sbloccare i crediti incagliati e tornare allo sconto in fattura. Sarebbe questo l’indirizzo del governo guidato da Giorgia Meloni in merito agli aggiustamenti al decreto legge numero 11 del 17 febbraio 2023 che ha bloccato la circolazione dei crediti e l’applicazione dello sconto in fattura, in vista della conversione in legge. Ulteriori novità arrivano anche su altre questioni inerenti il superbonus 110%: il governo non lo riproporrà più nelle formule agevolate delle quali hanno beneficiato i cittadini privati e le imprese, almeno secondo quanto ha riferito il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti durante un convegno organizzato da una società di consulenza edilizia. Il governo sarebbe pronto, invece, a dare il via libera al superbonus villette e unità indipendenti, oltre che a prorogare le misure sul sisma bonus e sul 110% per le case Iacp e immobili delle Onlus.

Bonus caldaie infissi: basterà l’autocertificazione per lo sconto in fattura, ecco di cosa si tratta

Un aggiustamento che salverà i bonus edilizi sugli infissi e le caldaie è pronto a essere adottato dal governo per sbloccare i crediti relativi agli interventi che, normalmente, rientrano tra i lavori di piccola edilizia. Sulla sostituzione degli infissi, delle caldaie, delle pompe di calore e dei condizionatori potrà continuare a essere applicato lo sconto in fattura – che genera anche il primo credito a favore dell’impresa che esegue gli interventi – purché si riesca a dimostrare che il lavoro era stato prenotato in data precedente al 17 febbraio scorso, giorno di entrata in vigore del decreto che ha bloccato la cessione dei crediti d’imposta. Come prova dovrebbe bastare la semplice autocertificazione con la quale l’impresa che esegue i lavori e l’acquirente sottoscrivano che il contratto sia stato concluso entro il 16 febbraio 2023. Eventuali versamenti di acconti da parte dell’acquirente non farebbero altro che confermare la data di “prenotazione” degli interventi (che spesso richiedono anche alcuni mesi dopo la firma del contratto per essere eseguiti), antecedente all’entrata in vigore del decreto legge 11 del 2023. Troverebbe inoltre conferma la proroga del superbonus villette e unità indipendenti dalla scadenza fissata al 31 marzo prossimo al 30 giugno 2023: in questo modo, i privati avrebbero tre mesi in più di tempo per effettuare le spese e inviare i bonifici alle imprese che eseguono i lavori, allungando anche i termini della cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Rimane fermo che, per le due opzioni, è necessario aver completato almeno il 30% di stato di avanzamento dei lavori entro il 30 settembre 2022.

Superbonus, poche speranze per lo sblocco crediti incagliati

Sulla possibilità che il superbonus possa assicurare in futuro le agevolazioni della cessione dei crediti e dello sconto in fattura come avvenuto finora, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiuso la questione in maniera netta. “Il governo è aperto al confronto per un secondo tempo sostenibile del meccanismo della cessione del credito – ha dichiarato Giorgetti – ma in futuro le nuove agevolazioni dovranno camminare su gambe solide che tengano conto delle nuove regole di contabilità stabilite dall’Eurostat”. Si assottigliano anche le speranze di trovare una soluzione che possa sbloccare i vecchi crediti rimasti incagliati. In realtà, il ministro dell’Economia – più della soluzione della compensazione dei crediti con gli F24 – pensa che le banche abbiano ancora degli spazi fiscali da utilizzare per comprare i nuovi crediti che privati e imprese non sanno a chi vendere. Da questo punto di vista, il ministro sarebbe dell’avviso che i 19 miliardi di crediti calcolati come bloccati nei cassetti degli istituti bancari, delle assicurazioni e delle imprese, siano sovrastimati rispetto alle capacità del sistema di assorbire i bonus edilizi.