Il governo Meloni ha presentato il “nuovo fisco” al cospetto dei rappresentati delle sigle sindacali e delle associazioni di categoria. L’esecutivo ha parlato dell’avvio di un percorso per quella che sarà una riforma cruciale. La quale, spiega Chigi in una nota ufficiale:
Mira a favorire il lavoro dipendente, con l’obiettivo prioritario di aiutare le famiglie, i giovani e le donne, ridurre la pressione fiscale per le aziende, aumentare l’occupazione e gli investimenti, semplificare gli adempimenti, favorire la collaborazione con il Fisco e incentivare il rientro dei capitali. In questo contesto, uno degli obiettivi principali che il Governo Meloni intende perseguire con forza è la lotta all’evasione fiscale, tema sul quale sono allo studio misure specifiche per incentivare l’adempimento spontaneo dei contribuenti, con lo scopo prioritario di arrivare a un ‘Fisco Amico’ che dialoghi con il contribuente.
Oltre alle sigle sindacali il governo ha ospitato le associazioni datoriali: Confindustria, Abi, Confapi, Confimi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cia, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Federterziario, Confeservizi, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri. E poi: Ania, Ance, Confedilizia, Alleanza Cooperative, Confcooperative, Unicoop, Cndcec (Commercialisti), Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Confprofessioni, Assoprofessioni, A.N.T.I. (Tributaristi Italiani).
Cgil, Landini chiama alla mobilitazione unitaria sul fisco
Il disegno del nuovo fisco non ha convinto pienamente le sigle sindacali. Nello specifico la Cgil, per mezzo della voce del segretario Maurizio Landini, ha chiesto al governo il ritiro della delega fiscale:
Per avviare un confronto di merito con le organizzazioni sindacali sulle scelte perché non è più accettabile che le entrate fiscali si reggano di fatto sul lavoro dipendente e pensionati.
Sull’importanza della materia ha detto:
Il fisco è la madre di tutte le battaglie, per dare un futuro al nostro Paese perché rappresenta il patto sociale e di cittadinanza che sta alla base di qualunque comunità nazionale
Poi, prendendo parola al XIX Congresso della Cgil tenutosi oggi a Rimini, ha invocato il supporto di altre sigle sindacali per mettere in piedi una battaglia comune. Le sue parole:
Caro Luigi e caro Pierpaolo – ha detto chiamando per nome i segretari di Cisl e Uil Sbarra e Bombardieri – per noi è il momento di mobilitarci. Facciamolo insieme. Organizziamo già nei prossimi giorni una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio aperte a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, alle pensionate e ai pensionati, ai giovani, ai cittadini, alle associazioni per discutere e sostenere le nostre proposte su fisco, sanità, previdenza, salario e rinnovo dei contratti, politiche industriali e ambientali, superamento precarietà, coinvolgendo le nostre Categorie e le nostre Strutture su un programma di iniziative necessarie senza escludere nessuno strumento.
Nodi aliquote fiscali e flat tax
Emergono fumate nere, dunque, dalla Cgil. Nello specifico, spiega Landini, l’accordo è lungi dal trovarsi sulla riduzione delle aliquote e sulla flat tax. Le sue parole dal palco di Rimini:
Si è registrato l’ennesimo strappo con il mondo che rappresentiamo, sia per il metodo che per il merito. Non siamo d’accordo né sulla riduzione delle aliquote perché va a favorire i redditi più alti, né sulla flat tax che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla nostra Costituzione.
L’intervento di Salvini
A nome del governo è intervenuto Matteo Salvini. Il Vicepremier risponde a Landini con una secca battuta: “Se la Cgil dice di no, vuol dire che è una riforma fatta bene”. Poi, nel merito della riforma, ha voluto ricordare che nell’ambito dell’iter parlamentare ci sarà tempo per eventuali modifiche:
Ognuno potrà dire la sua. Ridurre aliquote fiscali, ridurre il carico fiscale sulle spalle dei cittadini, è fondamentale e penso che sia a vantaggio degli operai, dei pensionati e degli imprenditori. Una pace fiscale definitiva tra fisco e cittadini – aggiunge – prima dell’entrata in vigore del nuovo regione fiscale, sarebbe utile, altrimenti noi strangoliamo milioni di italiani che non ce la fanno a pagare le cartelle esattoriali.