Marcelo Zuniga, addetto stampa di Sergio Ramos, è intervenuto nella trasmissione “Cose di Calcio” condotta da Debora Carletti e Flavio Maria Tassotti in onda su Cusano Italia Tv e ha parlato del futuro del difensore spagnolo.

Zuniga: “Sergio Ramos ha preso la sua decisione per il futuro. Tre le squadre possibili”

Il futuro di Sergio è ancora incerto. Al PSG sta bene ma il Real Madrid gli è rimasto nel cuore. Ci sarà un cambio prossimamente, nella prossima stagione, grande e importante. Lui ha già preso la decisione. Ci sono 3 possibilità: due in Spagna, magari un ritorno, e una fuori dal contesto europeo, vicino ad un suo vecchio compagno”.

Sul biennio al PSG. “C’è la consapevolezza che questi due anni al Paris Saint-Germain non siano andati come il giocatore sperava ma Sergio fisicamente non stava al top e per questa ragione anche l’inserimento non è stato facilissimo e non riuscito a dare il massimo. Anche le aspettative forse erano troppo alte”.

Se la vittoria della Coppa dei Campioni del Real Madrid, l’anno successivo al suo trasferimento, con Carlo Ancelotti abbia inciso nelle scelte e nelle prestazioni di Sergio Ramos, Marcelo Zuniga ha risposto che: “Emotivamente lo ha toccato sicuramente. Il calciatore è sempre un essere umano, ha dei sentimenti e orgoglio calcistico, ma lui è un professionista e sa che il gioco è così: un giorno si vince, uno si perde. Lui è sempre stato sicuro di sé stesso”.

Se ci fosse stato un momento negli ultimi anni in cui il giocatore con la maglia n. 4 sia stato vicino a qualche squadra in Italia, l’addetto stampa ha detto che:Sono state due le squadre con cui Sergio ha avuto più contatti, 5-6 anni fa, quando era ancora al Real Madrid: il Milan e la Juventus. Sarebbe venuto volentieri in Italia, gli piaceva il contesto in casa rossonera. Ma si sa. Molto spesso non è il giocatore che sceglie e chi lo indirizza cerca di guidarlo al meglio non solo da un punto di vista economico, ma anche curricolare”.

Sul rapporto con Luis Enrique e la mancata convocazione al mondiale: “Il legame tra i due non erano buonissimo, era risaputo che avevano posizioni e idee completamente diverse. Fino a settembre dell’anno scorso nessuno immaginava la sua ‘non convocazione’. Né io né il suo manager, il fratello Rene”.