Per cinque secoli la Basilica di Vitruvio è sembrata essere una leggenda che finalmente sembra aver trovato un epilogo. Un ritrovamento casuale come spesso succede in archeologia, un cantiere di ristrutturazione di una palazzina nel centro di Fano ha portato alla luce i resti di quello che potrebbe risultare un imponente edificio pubblico, decorato su pareti e pavimenti con marmi preziosi, importati dalla Grecia e dall’Asia Minore. Gli scavi hanno permesso di individuare già cinque ambienti, con muri conservati in alzato per due metri: solo una parte di un complesso più articolato, che però risulta inaccessibile per la presenza di palazzi moderni.

Se quelli rinvenuti siano proprio i resti dell’opera di Vitruvio è presto per dirlo. La tradizione della letteratura scientifica ha tentato di ricostruire la planimetria, gli alzati e la collocazione nel tessuto urbano e talune ipotesi collocano la Basilica proprio nei luoghi dei ritrovamenti. Ma io non mi sbilancio, occorre ancora indagare” spiega la soprintendente Carlorosi.

Quello che è certo è che l’edificio scoperto era molto importante. Lo si capisce dall’uso dei marmi, di provenienza orientale, “dall’accuratezza della realizzazione delle murature, in opera vittata. La collocazione, la tipologia della struttura, la ricchezza della pavimentazione e la presenza di coperture marmoree anche sulle pareti degli ambienti interni permette di ipotizzare la natura pubblica dell’edificio di epoca augustea” aggiunge la soprintendente.

Esprime gioia per il ritrovamaneto anche la vicepresidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati, Giorgia Latini: “La notizia della scoperta dei resti romani nel centro storico di Fano è di per sé rilevante, ma diventerebbe di eccezionale importanza se fosse confermato che quello che sta emergendo appartiene alla Basilica di Vitruvio, edificio di cui si legge ampiamente nel celebre trattato vitruviano ‘De Architectura’ e che per lungo tempo è stato una sorta di primula rossa dell’archeologia. Da marchigiana attendo con emozione l’esito degli scavi, mettendomi a disposizione per supportare la ricerca e augurandomi che possa davvero vedere la luce l’unico edificio del quale l’architetto romano scrive di aver curato la costruzione”.

La lettera del Sindaco di Fano al ministro Sangiuliano

Ho invitato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a visitare i reperti archeologici che potrebbero appartenere alla Basilica di Vitruvio”. Esordisce così il primo cittadino della località marchigiana, Massimo Seri. La recentissima scoperta archeologica della presunta Basilica di Vitruvio, prototipo di tutta l’arte edificatoria classica, obbliga a interventi immediati di ricerca e conservazione e, parallelamente, a progetti di grande importanza di promozione. L’eventuale Basilica di Vitruvio connoterebbe la città come destinazione privilegiata per lo studio dell’archeologia classica e quale destinazione turistica”.

Prosegue poi il sindaco: “Fano ha un patrimonio archeologico da primato: conserva la più estesa cinta muraria al mondo, seconda solo a quella di Roma; possiede un teatro e un anfiteatro romani; l’Augusteum; un museo archeologico; il Museo della Via Flaminia; domus con pavimentazioni musive e alzati affrescati; un criptoportico e l’Arco di Augusto, ovvero la porta Urbica della città antica, che marca fattivamente l’approdo al mare della consolare via Flaminia. È un patrimonio costruito su precetti precisi e rappresentativo di valori universali: gli uni e gli altri codificati da Marco Vitruvio Pollione, in età Augustea, nel libro del De Architectura. A Fano Vitruvio forse è nato. Per la comunità fanese Vitruvio e il De Architectura rappresentano un riferimento di appartenenza.”.

Chi è Vitruvio?

Marco Vitruvio Pollione è stato un famoso architetto, ingegnere e scrittore romano vissuto nel I secolo a.C. È noto soprattutto per il suo trattato “De Architectura“, un’opera di grande importanza per la storia dell’architettura, dell’ingegneria e dell’arte, in cui descrive i principi della costruzione di edifici, la geometria, la matematica, la fisica, la meccanica, l’idraulica, la scultura, la pittura e la musica.

Il lavoro di Vitruvio ha influenzato in modo significativo la teoria e la pratica dell’architettura e dell’ingegneria nel corso dei secoli. Ad esempio, nel Rinascimento, l’opera di Vitruvio ha avuto un grande impatto sulla cultura artistica e intellettuale dell’epoca, e l’architetto rinascimentale Leon Battista Alberti ha scritto un famoso trattato sull’architettura che si basa sulle opere di Vitruvio.