Case green quanto costa, chi deve fare i lavori e con quali bonus e risparmi. Con l’approvazione di ieri, 14 marzo, in Plenaria del Parlamento europeo, il provvedimento dell’efficientamento energetico degli edifici proposto dalla Commissione europea prosegue il suo iter legislativo, in attesa del voto al Consiglio dell’Unione europea. L’adozione della direttiva in Italia, come nel resto degli Stati membri, comporterà la cantierizzazione di milioni di edifici: inizialmente i lavori riguarderanno 1,5 milioni di immobili, quelli messi peggio secondo le classi energetiche possedute ad oggi. Gli obiettivi della direttiva Eu fissano il raggiungimento della classe energetica intermedia “D” entro il 2030, e della successiva “E” tre anni dopo. Per gli immobili statali, i target dovranno essere raggiunti con tre anni di anticipo. Guardando al panorama immobiliare italiano (con i dati Enea e Istat), 7,5 milioni di immobili su 12,5 milioni (pari a 35 milioni di alloggi) posseggono le categorie energetiche messe peggio, la “G” e la “F”. Si partirà dalla classe energetica più bassa, la “G”, pari a 1,5 milioni di immobili: dieci anni di tempo a disposizione per saltare categorie e mettersi in regola. Ecco cosa attende i proprietari di questi immobili tra spese da sostenere, risparmi in bolletta luce e gas a lavori ultimati e quali bonus possono essere utilizzati per ammortizzare i costi.

Case green quanto costa fare lavori su caldaie, riscaldamento, quali bonus a disposizione e quanto si risparmia in bolletta luce e gas

Entro il 2030 gli immobili residenziali dovranno arrivare almeno alla classe energetica “D”, prima della “E” prevista tre anni dopo, secondo quanto contenuto nella direttiva europea Case green. Interventi che spesso si concretizzano nella sostituzione degli infissi, l’installazione di nuove caldaie a condensazione e di pannelli solari. Il lavoro più incisivo è conosciuto come cappotto termico, ma in questo caso il costo da sostenere è nell’ordine di diverse decine di migliaia di euro. Tuttavia, per il milione e mezzo di edifici che, in Italia, si trova nella classe energetica peggiore, la “G”, i prossimi anni saranno decisivi per la cantierizzazione dei lavori. Quanto costano? C’è da considerare che la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, il più importante per risparmiare energia, contemplerebbe la sostituzione della caldaia guadagnando due classi energetiche, dalla “F” alla “D”. Su un appartamento di 100 metri quadrati i costi vanno da 4.000 a 8.000 euro. Ma se si decidesse di installare la caldaia ibrida con pompa di calore e relativi pannelli solari, i costi raddoppierebbero. Le famiglie che dovessero sostenere questi lavori, tuttavia, vedrebbero i benefici di risparmio in bolletta nel corso degli anni. Oltre alla valorizzazione dell’immobile (con conseguente difficoltà di vendita e di affitto per gli edifici non in regola con la direttiva europea), si arriverebbe al taglio delle bollette di energia elettrica e di gas fino al 50%. In più è necessario prendere in considerazione che fare questi interventi può comportare una detrazione fiscale delle spese sostenute fino al 50% e per dieci anni.

Bonus per lavori di efficientamento energetico, quali sono?

La questione dei bonus edilizi che accompagneranno gli interventi di efficientamento energetico sarà decisiva per il governo nel mantenere fede agli impegni che si prenderanno adottando la direttiva Case green. Bonus e detrazioni fiscali di questo tipo sono presenti in Italia dal 2006, anche se solo di recente sono emersi i problemi relativi a come utilizzare i bonus edilizi – e in particolare il superbonus 110% – dato i loro impatti sul debito pubblico italiano. Con lo sconto in fattura, chi fa l’intervento si vede abbuonare il costo, nel caso del superbonus 110%. Ma il superbonus andrà a essere ridotto e utilizzabile solo come detrazione fiscale. Il momento è possibile sostituire la caldaia beneficiando del 65% di detrazione fiscale dei costi sostenuti grazie all’ecobonus, mentre i pannelli solari e le eventuali batterie per l’accumulo, generano un beneficio pari al 50%. L’adozione della direttiva Case green comporterà, per il governo italiano come per gli altri Stati membri, la previsione di sostegni pubblici che contemplino misure finanziarie adeguate anche grazie all’utilizzo di strumenti europei come il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Fondo sociale per il clima e i fondi della politica regionale (di coesione). È quanto prevede la stessa direttiva che obbligherà, inoltre, gli Stati membri a fornire ai cittadini supporti dal punto di vista amministrativo con l’istituzione anche di sportelli unici, di schemi di finanziamento pubblico-privati e di manodopera che dovrà essere altamente qualificata e sufficiente per supportare i cittadini nelle scelte di efficientamento energetico dei propri immobili.