Disturbi alimentari, la psicologa: ecco come riconoscerli. Bulimia, anoressia, binge drinking, quali sono le cause scatenanti e le conseguenze? Ne abbiamo parlato con Bianca Rinaldo, psicoterapeuta dell’ASL Umbria 1, intervenuta a Società Anno Zero, su Radio Cusano Campus. “Coloro che soffrono di disturbi del comportamento alimentare cambiano nel rapporto con se stessi e con gli altri: si chiudono, non praticano hobby, hanno dei cali di apprendimento scolastico, o diventano bravissimi. In alcuni casi possono rilevare comportamenti aggressivi che erroneamente vengono imputati all’adolescenza, di fatto c’è altro – ha spiegato la dottoressa Rinaldo – le cause possono essere genetiche, familiari, culturali e derivare da più fonti. Così è possibile eliminare la necessità di cercare il colpevole, la causa. I fattori, pertanto, sono sempre tanti, non ultimo l’individualità di ognuno di noi”.
Disturbi alimentari, la psicologa: ecco come riconoscerli e curarli. Presupposto imprescindibile, “riconoscere di avere un problema”
Disturbi alimentari, la psicologa: ecco come riconoscerli. “La famiglia, e l’ambiente in cui viviamo, non possiamo dire che non ci influenzi, ma non è soltanto lì che si può andare a guardare. I disturbi del comportamento alimentare si possono curare con un approccio integrato e multidisciplinare, la cura riguarda un approccio integrato, coinvolge sia la mente che il corpo, bisogna esplorare tutti i significati che una persona porta con sé. Spesso il problema della cura e del disturbo è il mancato riconoscimento della problematica. Di frequente, ci troviamo a parlare con genitori che minimizzano dicendo dei figli che semplicemente non mangiano, di fatto sono situazioni che celano altre problematiche – ha sottolineato Bianca Rinaldo – il disturbo del comportamento alimentare sta a posto di qualcos’altro, il grande lavoro è risignificare il sintomo, andare aldilà di quello che si vede e cercare più in profondità, cercando di sostenere anche le famiglie. Non solo, bisogna comprendere un significato che parla di tutto quello che accade in una famiglia, il disturbo alimentare è un modo di dire una cosa senza dirla, ed è su quella sofferenza che bisogna indagare”.
I traumi dell’infanzia
“I disturbi del comportamento alimentare sono legati ad episodi traumatici dell’infanzia, pertanto è importante parlarne e capire qual è il legame rispetto all’accaduto. Chi ne soffre, nel raccontarsi dice che sta benissimo, che sono gli altri che vedono cose che non esistono, per questo si arrabbiano, si sentono braccati. L’aggressività è legata a fenomeni della malnutrizione, siamo mente e corpo: denutrirsi porta a condizioni di irritabilità e aggressività verso gli altri – ha aggiunto l’esperta di disturbi del comportamento alimentare – in alcuni casi se ne esce, in altri casi bisogna imparare a conviverci, ma se capiamo la sofferenza che c’è sotto il paziente accoglie e comprende se stesso, vede anche come non ha più bisogno di fare o dire qualcosa a posto di qualcos’altro, ammette di avere una difficoltà. Nel caso di figli adolescenti, ad esempio, per i genitori è difficile riconoscere che i ragazzi hanno un problema, i primi segnali devono essere colti al volo. Nel 2018 è stata istituita la giornata internazionale del fiocchetto lilla così da essere raccontata, affrontata e superata. E’ un momento di riflessione e sensibilizzazione che non deve destare vergogna, un problema che va letto per i significati che ha”.