Idi di Marzo: questa ricorrenza indica la metà del mese ed era un periodo di feste religiose e nel quale venivano saldati i debiti ma viene consegnato alla storia per un altro evento: ecco cosa è successo in questa data.
Idi di Marzo, cosa è successo in questa data?
Secondo il calendario dell’antica Roma, oggi cadono le Idi di Marzo. Si tratta del settantaquattresimo giorno del calendario romano ed era un giorno ricco di eventi religiosi nonché un momento per saldare i debiti. Ma ciò che consegna questo giorno alla storia è uno degli eventi più importanti della storia romana: l’omicidio di Giulio Cesare.
L’omicidio di Cesare
L’uccisione di Cesare è avvenuta il 15 marzo del 44 a.C. dove oggi si trova l’area Sacra di Largo di Torre Argentina. A consumare l’omicidio fu un gruppo di congiurati nel corso di una seduta del senato. In quell’anno Cesare era diventato dittatore a vita, destando la preoccupazione dei senatori che temevano che il condottiero della campagna gallica potesse da un giorno all’altro proclamarsi “rex”. Alla congiura, guidata da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio, presero parte una decina di senatori e Cesare venne pugnalato ventitré volte. La sua ultima frase-una delle più celebri espressioni latine-Cesare la rivolse a Bruto: “Tu quoque, Brute, fili mi“.
Secondo il calendario dell’antica Roma, oggi cadono le Idi di Marzo. In questo giorno nel 44 A.C., nei pressi dell’odierna Area Sacra di Largo di Torre Argentina (nella foto), fu assassinato Giulio Cesare per mano di un gruppo di congiurati.
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Una frase immortale e le sue tante versioni
A riportarci gli ultimi momenti di Cesare è Svetonio che racconta che il dictator ormai morente si sarebbe solo avvolto la tunica addosso, lo storico poi aggiunge che alcuni hanno raccontato che si sarebbe rivolto a Bruto pronunciando le famose parole: una versione dei fatti ripresa anche da Cassio Dione. Quasi poetica la versione delle “Vite Parallele” di Plutarco dove nella “Vita di Cesare” afferma che il condottiero si è difeso finché non ha visto anche Bruto tra i congiurati allora “si tirò la toga sul capo e si lasciò andare, o per caso, o perché spinto dagli uccisori, presso la base su cui stava la statua di Pompeo”. Nel “Giulio Cesare” di William Shakespeare, l’espressione cambia venendo adattata al contesto teatrale: “Et tū, Brūte? Then fall, Caesar.”
Bruto: chi era?
C’è poi la discussione intorno al termine “filius” da intendersi non come figlio naturale ma come un’espressione generica rivolta ad una persona cara o amata. Bruto non era figlio di Cesare né naturale né tantomeno adottato. Resta poi il dubbio se Cesare si rivolgesse a Marco Giunio Bruto-gli studiosi non sono convinti che riponesse tanta fiducia in Marco Giunio-o a un altro Bruto. E qui è stata suggerita la figura del più anziano Decimo Giunio Bruto Albino, che godeva della stima e dell’affetto di Cesare che lo iscrisse addirittura nel suo testamento come secondo erede.
I romanzi sulle Idi di Marzo
“Le Idi di Marzo” sono anche il titolo di ben tre romanzi che trattano quanto avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. Il primo per ordine di uscita è “The Ides of March” dello scrittore statunitense Thornton Wilder che si discosta molto dalla narrazione storica del cesaricidio preferendo un approccio più fantastico, il romanzo ebbe ugualmente un gran successo. Il secondo è “The October Horse” di Colleen McCullough uscito nel 2002: si tratta del sesto volume di una saga ambientata nell’Antica Roma. Infine il noto romanzo di Valerio Massimo Manfredi -“Le Idi di Marzo”- edito da Mondadori nel novembre 2008 che racconta dell’assassinio di Gaio Giulio Cesare in modo romanzato pur contenendo riferimenti fedeli alla storia.