Si è spento questa mattina, a Roma, all’età di 79 anni, Pierluigi Concutelli, l’ex terrorista nero condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio nel 1976. Malato da tempo, l’uomo ha trascorso metà della sua vita in carcere; poi, nel 2011, proprio per motivi di salute, aveva ricevuto la sospensione condizionale della pena. Viveva a Ostia.
Chi è Pierluigi Concutelli, condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio
Nato a Roma nel 1944, Pierluigi Concutelli avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 3 giugno. Si è spento, invece, a Ostia, dove abitava da quando, nel 2011, gli era stata riconosciuta la sospensione della pena detentiva per motivi di salute, dopo essere stato colpito da una grave ischemia cerebrale. Da allora non era più in grado di parlare, né di autoalimentarsi. Prima di ammalarsi, ha trascorso da detenuto tanti anni; avrebbe dovuto scontare, infatti, una condanna all’ergastolo per aver ucciso – tra gli altri – il sostituto procuratore Vittorio Occorsio, ritenuto colpevole di svolgere indagini sugli ambienti dell’estremismo di destra in cui lui, per primo, militava, fin dalla giovane età.
Colpire Occorsio, per noi, significava colpire la Democrazia Cristiana – aveva confessato nel libro “Io, l’uomo nero”, scritto a quattro mani con Giuseppe Ardica e pubblicato nel 2008 -. Consideravamo il giudice romano uno degli ingranaggi di quel meccanismo che si era messo in moto per stritolarci, per tagliare fuori dalla vita politica italiana buona parte dei neofascisti. Secondo il nostro punto di vista, Vittorio Occorsio era il braccio armato della DC, l’uomo che da piazza del Gesù avevano mandato avanti per annullarci. Perché ad altri, forse, scappava da ridere. Consideravamo Occorsio parte di una strategia odiosa, lo identificavamo come il vettore della potenza del “regime”. Il pubblico ministero romano, ai nostri occhi, era un uomo schierato e la sua storia professionale, purtroppo, sembrava darci ragione. Era stato ed era il titolare di tutte le inchieste scomode del periodo: compresa, naturalmente, quella sul Movimento Politico Ordine Nuovo dei primissimi anni settanta. Il suo nome saltava sempre fuori.
Concutelli era infatti il comandante militare del Movimento, un’organizzazione terroristica extraparlamentare di estrema destra e, da tale, si era occupato in prima persona dell’azione contro il giudice, freddato con trentadue colpi di mitra in via del Giuba, nel quartiere Trieste di Roma, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Solo una delle accuse mosse a suo carico. Concutelli era entrato in contatto con Ordine Nuovo dopo aver frequentato gli ambienti della destra palermitana – in particolare quelli del Fronte Nazionale, il movimento neofascista fondato da Junio Valerio Borghese – ed essere stato arrestato per possesso di armi da guerra con cui si addestrava all’uso. Più tardi aveva maturato infatti la scelta di passare alla lotta armata. Ricercato per il sequestro del banchiere leccese Luigi Mariano, era entrato in clandestinità, rifugiandosi prima in Italia e poi in Spagna, dove aveva sostenuto i franchisti partecipando ad azioni controrivoluzionarie.
Fuggito nuovamente all’estero dopo il delitto Occursio, era tornato a Roma, sua città natale, nel 1976. Nel 1977 era stato arrestato nel corso di un blitz delle forze dell’ordine. Ormai ammanettato, davanti ai giornalisti, accorsi in questura dopo il suo arresto, si era dichiarato “un soldato politico e quindi un prigioniero politico”. Secondo gli inquirenti, se non fosse stato catturato, Concutelli avrebbe portato a compimento altri attentati, tra cui uno, in particolare, contro il giudice Piero Luigi Vigna, già programmato nei minimi dettagli. In carcere non ha mai rinnegato la sua adesione alla lotta armata, né la paternità degli omicidi commessi come esecutore e mandante, non mostrando segni di pentimento. Ha provato più volte ad evadere, senza riuscirvi.