Sempre più la telemedicina sarà in grado di offrire nuove soluzioni per affrontare i contesti dove risulta più difficile erogare servizi sanitari per conflitti, carestie, povertà. Opportunità ed iniziative sono state presentate al Congresso della Società Italiana di Telemedicina – SIT, la International Consensus Assembly on Telemedicine, intitolata “Ratio Ethica e Ratio Technica: Concerting Governance, Research and Innovation for One Health”, che si è tenuto a Bologna il 10-11 marzo alla presenza di oltre mille partecipanti.

L’ampio riscontro del Congresso ha permesso un’intensa interazione tra i vari stakeholder, che hanno gettato le basi per una cooperazione volta a rivoluzionare la sanità attraverso la digitalizzazione. Un progetto concertato tra diversi attori sotto la regia della SIT, che ha riunito nella stessa sede rappresentanti di Organizzazioni Internazionali come ONU e UE, della Santa Sede, di istituzioni nazionali come il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa, dell’Agenas, di regioni e altri enti locali; particolarmente significativo il contributo offerto dai vari enti di ricerca presenti, come CERN, CINECA, CNR insieme alle Università e alle aziende impegnate ad arricchire il progresso scientifico e tecnologico.

“Il congresso internazionale SIT ha gettato le basi per la medicina digitale del futuro: tra i passi più significativi, occorre ricordare la presentazione del documento elaborato da medici e teologi e l’avvio di una collaborazione che coinvolgerà centinaia di società scientifiche” sottolinea il Prof. Antonio Vittorino Gaddi, Presidente SIT

La medicina digitale del futuro

Rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di terzo settore, imprese hanno dunque presentato progetti all’avanguardia in diversi ambiti, come l’Intelligenza Artificiale, la gestione dei dati e la tutela della sicurezza nazionale, le nuove normative, la questione della privacy, oltre a tutte le implicazioni cliniche. “Il congresso internazionale SIT ha proposto la cooperazione tra diverse figure professionali che devono affrontare il cambiamento con decisioni strategiche e valori condivisi – sottolinea il Prof. Antonio Vittorino Gaddi, Presidente SIT – A tale proposito, sono state gettate le basi per lo sviluppo della medicina digitale del futuro: tra i passi più significativi, occorre ricordare la presentazione del documento elaborato dalla Associazione “Dona la Vita con il Cuore”, firmato dalle più alte autorità morali del Paese, e l’avvio di una collaborazione che coinvolgerà centinaia di società scientifiche. Inoltre, la SIT è impegnata anche a favorire la realizzazione di progetti di telemedicina in aree di crisi, offrendo tutto il supporto necessario alle realtà impegnate in queste iniziative, partendo naturalmente dalla collaborazione con i ministeri competenti”.

Telemedicina, l’Italia in prima linea per aiutare l’Ucraina

La telemedicina ha permesso all’Italia elaborare un intervento in Ucraina per aiutare la popolazione più fragile e di varare ulteriori programmi per i prossimi mesi, con un lavoro che si svolge in parte in Italia e in parte sul territorio ucraino. Le prime attività preparatorie si sono realizzate nell’estate 2022, verificando sul campo la possibilità di assistenza ai rifugiati nelle aree di confine tra Polonia e Romania con sistemi di telemedicina con cui si intendeva compensare la mancanza di assistenza sanitaria. Poi vi è stato un aggiornamento di programma, basato sui risultati di una verifica diretta sul territorio ucraino, svolta personalmente dal Prof. Gabbrielli.“Anzitutto abbiamo realizzato un sopralluogo in una regione specifica dell’Ucraina con del personale medico che potesse valutare la compatibilità della tecnologia con il contesto locale – spiega Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità – Ci siamo quindi raccordati con i medici ucraini, abbiamo visionato le strutture e stabilito le risorse efficaci in quel contesto, fatto di urti, basse temperature, difficoltà di connessione e di approvvigionamento di energia elettrica. Ora il progetto si propone di assistere i soggetti più fragili, quali pazienti con patologie croniche e bambini. Non affianchiamo i sistemi di emergenza dedicati ai militari, ma sosteniamo l’assistenza primaria. L’obiettivo è creare un sistema di attività routinaria dei medici ucraini supportato da quelli italiani collegando con sistemi telematici zone dell’Ucraina senza ospedali a strutture di riferimento che possano dare l’adeguato supporto. Il personale sanitario ucraino farà da prima linea di assistenza con i medici italiani a distanza”.