Lo Stralcio delle cartelle esattoriali e Rottamazione quater e gli effetti sulla pensione. Basti pensare che la cancellazione delle cartelle esattoriali produce l’eliminazione di anni di versamenti contributi utili ai fini della pensione. Lo stralcio delle cartelle potrebbe diventare un serio problema ai fini previdenziale tanto per i lavoratori autonomi quanto per i professionisti.
Stralcio delle cartelle esattoriali e Rottamazione quater: addio pensione 2023
Le gestioni INPS devono procedere con l’applicazione dello Stralcio dei debiti esattoriali, ovvero con l’eliminazione delle cartelle esattoriali sotto i mille euro. L’Agenzia delle Entrate – Riscossione per questa procedura ha previsto una modalità di cancellazione in automatico.
Tuttavia, questa situazione rischia di penalizzare fortemente sul fronte previdenziale i lavoratori autonomi del comparto Agricoltura. Il vero problema, è che da una parte viene sanato un debito, mentre dall’altra parte si cancellano contributi utili ai fini previdenziale, quindi necessari per permettere al lavoratore di andare in pensione.
Alla fine la tregua fiscale si dimostra infruttuosa per i lavoratori iscritti AGO Artigiani e Commercianti, liberi professionisti in Gestione Separata, che non possono opporsi alla cancellazione dei debiti di natura previdenziale iscritti a ruolo. La soluzione potrebbe essere quella di pagare quanto dovuto prima della cancellazione prevista per il 30 aprile 2023.
Stralcio contributi INPS ai fini pensionistici
Lo Stralcio dei debiti fino a 1.000 euro ha un doppio effetto, da una parte solleva i contribuenti riducendo il peso dei debiti esattoriali, mentre dall’altra penalizza coloro che devono versare i contributi per arricchire il proprio cassetto previdenziale.
Come detto, lo Stralcio automatico delle cartelle esattoriali è uno dei tanti provvedimenti varati nella legge di Bilancio 2023, purtroppo, l’eliminazione delle cartelle andrà a penalizzare i lavoratori autonomi e professionisti.
Ricordiamo, che in questo contesto i lavoratori dipendenti non rischiano nulla tutelati dalla normativa anche in presenza di omesso versamento contributivo da parte del datore di lavoro.
In sostanza, l’applicazione della norma ha una finalità ben precisa alleggerire il peso dei debiti sulle spalle del contribuente, ma nello stesso modo, sfoltisce il montante contributivo prodotto dal mancato pagamento delle cartelle esattoriali con oggetto contributi INPS maturati nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
Cosa succede se ho debiti con l’INPS?
L’Allarme è stato lanciato per la presenza dei buchi contributivi che minano la pensione futura, la cancellazione dei debiti riduce anche la possibilità di pagare quanto dovuto per riequilibrare il cassetto contributivo permettendo il perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso al trattamento economico.
Lo Stralcio dei debiti fino a 1.000 euro penalizza l’aspetto contributivo previdenziale non permettendo il ripristino dei contributi con la regolarizzazione di quanto dovuti agli Enti previdenziali. In sostanza, la norma prevede la cancellazione delle cartelle esattoriali, ma nello stesso tempo, allontana la pensione futura non permettendo il versamento degli anni contributivi cancellati.
Alla luce di questa considerazione, appare ovvio che il lavoratore dovrà faticare di più per recuperare gli anni contributivi cancellati per l’effetto dello Stralcio delle cartelle esattoriali.
Come si recuperano gli anni di contributi utili ai fini della pensione?
Gli effetti dello Stralcio delle cartelle esattoriali sulle pensioni, sono stati analizzati dall’Ordine dei dottori commercialisti con una nota informativa inoltrata direttamente all’Ente nazionale della previdenza sociale. Nella quale, è stato chiesto all’Ente di divulgare una nota conoscitiva sugli effetti previdenziali in seguito all’autogol contributivo generato dalla cancellazione delle cartelle esattoriali.
Per sanare il buco contributivo prodotto dall’eliminazione dei debiti INPS, il contribuente dovrebbe procedere al pagamento di quanto dovuto prima della data del 31 marzo 2023.
La norma ammette il pagamento delle cartelle esattoriali con oggetto debiti INPS prima della cancellazione, al fine di sanare la posizione contributiva. Una soluzione che permetterebbe di non perdere anni contributivi preziosi ai fini previdenziali.