Figli coppie gay Senato. Essere figli, in tutti gli stati dell’Unione, a prescindere da chi siano i genitori. È l’obiettivo del Regolamento sul riconoscimento dei bambini, proposto da Bruxelles a dicembre 2022. In breve, se un Paese attribuisce la genitorialità a una coppia omogenitoriale, tutti gli Stati membri dovranno riconoscerla. La proposta prevede anche la creazione di un Certificato europeo di filiazione, ma è ancora in fase di valutazione da parte dei parlamenti nazionali: solo una volta ottenuto l’ok potrà essere adottata dal Consiglio Ue con voto all’unanimità. Un obiettivo che rischia di essere disatteso dopo che la commissione Politiche europee del Senato italiano ha bocciato la proposta.
Dopo la decisione del Comune di Milano, ora anche il Senato
Il Senato italiano ha bocciato la proposta europea con una risoluzione di maggioranza, presentata da Giulio Terzi di Sant’Agata (di Fratelli d’Italia) e passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari. La motivazione ufficiale è che Bruxelles rischia di prevaricare i principi di sussidiarietà e proporzionalità. In altre parole però la proposta viene vista come un’ingerenza su una materia ancora divisiva per la politica italiana, anche in vista delle polemiche scatenate dalla decisione del Comune di Milano di interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita rilasciati all’estero dei figli nati da coppie omogenitoriali. Non solo, il timore della maggioranza è anche che l’approvazione del regolamento possa portare a bypassare il divieto di maternità surrogata, (in Italia questa procedura non è consentita), perché viene riconosciuta la filiazione a prescindere dal modo in cui un bambino è stato concepito.
Alessandro Zan (Pd): “Siamo alla destra ungherese”
Dopo il voto è stata immediata e durissima la protesta delle opposizioni, dal Partito Democratico al Movimento Cinque Stelle. “Oggi la maggioranza ha deciso di dividere i bambini tra serie a e serie b” attacca Simona Malpezzi del Partito Democratico. Le ha fatto eco poco dopo Alessandro Zan, che su Twitter scrive laconico: “Si trattava di riconoscere uguaglianza e civiltà, ormai siamo alla destra ungherese”.