Il tavolo è fallito. Da Palazzo Chigi le sigle sindacali escono insoddisfatte, dopo un confronto forse superficiale su una riforma fiscale importante per tutti gli italiani, quale quella del fisco. Beh, d’altra parte ci si sarebbe aspettati ore e ore di serrate discussioni, con gocce di sudore che colano dalla fronte, e svenimenti annessi per quella che il Governo Meloni definisce “vera rivoluzione da 50 anni”. Invece i sindacati ne escono infastiditi per il metodo, bacchettando gli esponenti dell’Esecutivo.

Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, parla infatti di una informativa “parziale e sommaria sui contenuti” della legge delega fiscale. Promettendo poi una mobilitazione unitaria: “Se il governo risponde alle nostre rivendicazioni e a queste nostre priorità nei prossimi giorni, bene, diversamente siamo pronti a valutare insieme a Cgil e Uil le iniziative di mobilitazione da mettere in campo”, attacca il numero uno della Cisl.

Quello che non va giù ai sindacati, all’unisono, è il metodo con cui è stato affrontato questo tavolo. “L’incontro non è andato bene né sul metodo, né sul merito”, dice il vicesegretario generale della Cgil, Gianna Fracassi, come anche sbarra che parla di un metodo “inadeguato”. Soprattutto infuria il fatto che siano stati avvisati ormai a cose belle e pronte. “Sicuramente non accettiamo più, così come è ormai diventato abituale, il fatto che ci troviamo a essere informati di cose ormai definite”, aggiunge Fracassi.

“Abbiamo chiesto al governo di iniziare un confronto vero, non solo delle informative ma una interlocuzione di merito. Se il governo farà questo, noi siamo pronti ad avanzare delle proposte che abbiamo già presentato ai governi precedenti e che finora non hanno avuto risposte. Ci sono 24 mesi per i decreti attuativi quindi il tempo ci sarebbe”, attacca il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti.

Le parole del segretario generale della Cisl

Ma il Governo è di destra e fa cose di destra, come giusto che sia, mentre per i sindacati serve una riforma redistributiva che strizzi l’occhio all’equità, solidarietà e progressività del prelievo. “Non si può, a poche ore dalla convocazione del Cdm – evidenzia Sbarra – chiamare le parti sociali e il sindacato per una informativa parziale e sommaria sui contenuti della legge delega fiscale. Il governo parla di riduzione delle aliquote senza specificare dove intenda rimodulare“.

“Si anticipa una revisione degli scaglioni ma anche qui rimanendo nel vago così come sui tagli alla spesa fiscale e sulla revisione di detrazioni e deduzioni. Abbiamo ricordato al governo i contenuti della nostra piattaforma unitaria: vogliamo una riforma fiscale redistributiva che risponda a criteri di equità, solidarietà, progressività del prelievo che rimane un principio costituzionale”.

“Bisogna partire da una forte riduzione delle tasse sui redditi medi e popolari da lavoro e da pensione, riducendo le tasse a chi le paga ogni anno sino all’ultimo centesimo. Abbiamo rappresentato l’urgenza di alzare la strategia di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale che ricordiamo vale 100 mld di euro di mancati introiti ogni anno nelle casse dello Stato.

C’è tanta evasione Iva, irpef e tantissima evasione contributiva. Abbiamo posto l’urgenza di determinare un intervento di totale detassazione sui frutti della contrattazione collettiva nazionale e aziendale in particolare su premi di risultato e accordi di welfare da allargare ai comparti pubblici, chiesto la restituzione del fiscal drag in una fase in cui salari, retribuzioni, pensioni sono massacrati da una inflazione che viaggia a due cifre”.

Infine, chiosa il numero uno della Cisl, “abbiamo posto l’esigenza di ripristinare i freege-benefit per come li avevamo negoziati con il precedente governo fino a 3.000 euro, alzare la No-Tax area per gli incapienti e il prelievo sulle rendite finanziarie. Abbiamo sostanzialmente chiesto che sul tema fiscale ci sia un confronto permanente, strutturato con le organizzazioni sindacali”.

Riforma fiscale, i punti della legge

La riforma fiscale, spiega una nota da Palazzo Chigi, vuole “favorire il lavoro dipendente, con l’obiettivo prioritario di aiutare le famiglie, i giovani e le donne, ridurre la pressione fiscale per le aziende, aumentare l’occupazione e gli investimenti, semplificare gli adempimenti, favorire la collaborazione con il Fisco e incentivare il rientro dei capitali. In questo contesto, uno degli obiettivi principali che il Governo Meloni intende perseguire con forza è la lotta all’evasione fiscale, tema sul quale sono allo studio misure specifiche per incentivare l’adempimento spontaneo dei contribuenti, con lo scopo prioritario di arrivare a un ‘Fisco Amico’ che dialoghi con il contribuente. Dopo il confronto con i sindacati è in programma per domani un tavolo con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Un metodo, quello del dialogo, che testimonia la volontà del Governo di arrivare a una Riforma il più possibile concreta e condivisa”.