Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito i contenuti del colloquio avuto con presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, oggi impegnato anche nel bilaterale con il premier danese Frederiksen: l’occasione per rafforzare l’asse diplomatico tra Italia ed Egitto.

Il titolare della Farnesina ha confermato che “Il Cairo lavorerà con Roma sulle questioni irrisolte riguardanti i casi di Giulio Regeni e di Patrick Zaki“. Da parte del presidente egiziano il vicepremier sottolinea di “aver ricevuto pieno sostegno al dialogo con l’Italia per trovare le migliori soluzioni“.

Un nuovo fronte in merito alla collaborazione internazionale tra i due Paesi arriva anche sul fronte migranti, con Tajani che ha chiesto cooperazione per arginare le partenze illegali da Libia e Tunisia.

Tajani in Egitto, accordo alimentare su grano e fertilizzanti

Antonio Tajani torna dunque in Egitto per la seconda volta dall’inizio del suo mandato governativo dopo la visita di fine gennaio, accompagnato nel suo viaggio in Africa dal Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

Sebbene l’obiettivo prioritario sia definire una strategia a lungo termine per la sicurezza alimentare nel Continente Nero, il discorso è spaziato su altri temi che interessano da vicino l’asse Roma-Il Cairo, tra cui i due processi per l’omicidio di Giulio Regeni e la detenzione in carcere dello studente universitario Patrick Zaki.

Per quanto riguarda Regeni, Sisi ha già ripetutamente affermato la sua disponibilità a collaborare con le autorità italiane affinché sia fatta giustizia, dopo che le autorità egiziane si sono rifiutate di rilasciare gli indirizzi di quattro ufficiali dei servizi segreti egiziani accusati di essere i responsabili dell’agguato al ricercatore friulano. A tal proposito, Tajani sarà in aula con Meloni a Roma il prossimo 3 aprile.

Parallelamente tiene banco anche il processo al ricercatore egiziano Zaki, studente dell’Università di Bologna, continuamente sottoposto a udienze rinviate dal tribunale di Mansour, la città natale dello studente iscritto all’Università di Bologna: sul 30enne pende l’accusa di cospirazione contro lo Stato per aver diffuso notizie false. Il 9 maggio è fissato il prossimo round giudiziario.