Primo giorno di tregua per le Borse europee e americane dopo il crac della Silicon Valley Bank avvenuto venerdì scorso.
Alle ore 16 Piazza Affari traina la ripresa del Vecchio Continente in rialzo del 2,18%. Seguono il CAC di Parigi (+1,86%) e il DAX di Francoforte (+1,83%), bene anche Spagna, Belgio e Olanda. Sul versante a stelle e strisce apertura a rimbalzo per il Nasdaq (+2,11%) e Dow Jones (+1,40%).
Effetti di un clima rassicurante dopo le parole di Joe Biden e di Paolo Gentiloni (nel caso americano influiscono positivamente anche i dati sull’inflazione di febbraio, sotto le aspettative).
Caso Silicon Valley Bank, sistema bancario in forte squilibrio
Certamente quanto accaduto alla Silicon Valley Bank fa sorgere dubbi e interrogativi sulla tenuta del mercato bancario e azionario in virtù della stretta operata tanto della Federal Reserve quanto dalla Bce.
Gli analisti finanziari sono in larga parte convinti che il fallimento di Svb sia da considerarsi un caso isolato per alcune sue caratteristiche specifiche che l’hanno resa particolarmente vulnerabile. D’altro canto, sono emerse delle carenze strutturali che evidenziano le falle de sistema bancario nel suo complesso.
Qualcuno sostiene che il caso Svb sarà una mazzata nei confronti delle banche, dal momento che la vicenda rischia di erodere la poca fiducia residua dei consumatori verso gli istituti di credito. Non più solo svalutazioni e azioni sempre più in perdita, ora viene meno anche la sicurezza dei depositi. Svb ha creato sostanziali problemi a molte startup nel ramo delle criptovalute, obbligate a sopravvivere con la propria “cassa” se si considera l’impossibilità di attingere a nuovi capitali azionari.
Si attende di capire come reagirà la Fed durante riunione della prossima settimana, quando ci sarà un chiarimento definitivo sull’intenzione o meno di utilizzare la politica monetaria per combattere l’inflazione e di utilizzare questi strumenti per affrontare lo stress finanziario. Comunque sia, è probabile che si possa assistere ancora a qualche giorno di forti oscillazioni, utili a capire la tenuta dell’intero universo finanziario.
Bonus a fil di sirena in casa Svb
Luca Fina, Head Of Equity di Generali, è convinto che l’Europa debba limitare l’attenzione sul caso dato il business finanziario operato da Svb e il quadro normativo americano, diverso da quello europeo. A sua volta viene rimarcato come “i recenti eventi ricordino agli investitori quanto sia complesso il settore, erodendo ulteriormente la loro fiducia in esso”. In particolare, “gli investitori sembrano preoccupati dal fatto che gli effetti di una stretta così forte e coordinata stiano emergendo e che le banche centrali debbano affrontarli“.
Intanto Cnbc anticipa un’indiscrezione abbastanza clamorosa. Pare infatti che il giorno in cui le autorità di regolamentazione hanno chiuso i battenti alla Svb siano stati versati i bonus annuali ai dipendenti e ai manager. Chiaramente si tratta di una coincidenza fortuita, visto che di norma le date vengono decise con molti mesi di distanza: si va da un assegno di 4mila dollari fino al tetto massimo di 300mila per le posizioni più alte della piramide.
Sul crac è intervenuta anche la Russia, con il portavoce Peskov che ha escluso ripercussioni “in virtù delle limitazioni a cui sono sottoposte le nostre banche”, riferendosi alle sanzioni imposte dall’Occidente per l’invasione in Ucraina.