Tre omicidi a Roma in meno di una settimana, il tema della sicurezza torna ad essere centrale. L’ultimo per ordine di tempo è quello di Luigi Finizio, appartenente al clan dei Senese, freddato a sangue freddo mentre faceva benzina. Ne abbiamo parlato con l’ex dirigente generale della Polizia di Stato Antonio del Greco.
L’omicidio di Luigi Finizio, si segue la pista del regolamento di conti
A Roma si è tornato a sparare e la lunga scia di sangue mossa soprattutto dalla droga e dal commercio di sostanze illegali sembra non volersi arrestare. Tre omicidi in meno di una settimana, un numero spaventoso che la Capitale non viveva da anni. L’ultimo, in ordine temporale, è stato l’assassinio di Luigi Finizio, 51 anni, ucciso la sera del 13 marzo a colpi di pistola accanto alla sua Twingo blu mentre faceva rifornimento in una stazione di servizio al Quadraro, in via dei Ciceri, all’angolo con via degli Angeli. Un vero e proprio regolamento di conti, come si vede nelle scene dei film. Ma qui non si parla di fiction o serie tv, questa è la vita vera. Un’esecuzione in piena regola, con due uomini dal volto coperto, a bordo di uno scooter, che scaricano cinque colpi sulla vittima, uccidendola sul colpo. Una dinamica molto simile all’omicidio di Stefan Mihai Roman avvenuto nella serata di mercoledì scorso a Casal de Pazzi. Il movente degli omicidi sembra essere diverso, ma tanti colpi di pistola in pochi giorni fanno tremare Roma.
Il commento dell’esperto, l’ex dirigente Antonio Del Greco
Per approfondire l’argomento e capire lo stato in cui versa la sicurezza della capitale abbiamo intervistato in esclusiva l’ex dirigente generale della Polizia di Stato Antonio del Greco:
“Il tema della sicurezza è sempre stato un punto dolente della nostra città e lo è soprattutto negli ultimi anni. Purtroppo si è puntato sempre meno sulla prevenzione, ovvero sul controllo del territorio e sull’incremento di Polizia e Carabinieri che non avviene da anni. Tutte le risorse che quotidianamente scendono in strada si devono occupare del pronto intervento a scapito del controllo vero della città. Non esiste più il poliziotto di quartiere che possa dare sicurezza e vigilare continuamente. La guerra tra bande? Non so se è dall’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, avvenuto il 7 agosto 2019 nel Parco degli Acquedotti, che ricomincia. Alcuni omicidi, come quello della scorsa settimana, riguardano vicende personali. Quello di Finizio invece è completamente diverso. C’è un sospetto serio sulla macro criminalità visto che la vittima è appartenente a un clan importante come quello dei Senese. Questo potrebbe indicare che qualcosa si è rotto. Ritengo sinceramente che il boss Michele Senese, detto O’ Pazz, nonostante sia detenuto, sia ancora oggi un personaggio di primo ordine in grado di dirigere gran parte della criminalità su Roma tramite familiari e complici. E’ un personaggio importante e il gruppo che gestiva tiene ancora banco sulla nostra città”.
Da dove ripartire
“Il Sindaco Gualtieri, gli assessori, le istituzioni si occupano di tutto, tranne che di sicurezza. Sono dei monitor sulla città che guardano, fanno statistiche ed elaborano ipotesi, ma chi si occupa di sicurezza davvero è il Questore con tutti i suoi uomini. Questo è il settore su cui si deve lavorare. Bisogna incrementare il numero di agenti a disposizione della questura in modo da gestire in maniera più concreta e capillare il territorio. Vanno riorganizzati i servizi attraverso un ripescaggio delle tantissime risorse che sono impegnate in altre attività. Ricordo che anni fa tra Pd e Movimento 5 stelle si era detto basta alle auto blu. Eppure a distanza di anni io ne vedo sfrecciare un’infinità nel centro cittadino di Roma e questo non va bene, c’è più personale impegnato in queste attività che in quelle operative”.