Lo hanno detto durante la campagna elettorale per le primarie e lo hanno confermato dopo l’esito e, quando siamo alle prime battute di vita del nuovo Pd, l’andazzo non cambia: si va verso la segreteria unitaria. Quindi, con la componente dem che risponde a Stefano Bonaccini dentro l’organo principale del Pd che sarà a trazione Elly Schlein. I due hanno promesso di lavorare insieme, di cooperare, di estirpare capicorrente e capibastone nell’interesse di riformare il partito. Ecco spiegata la decisione di Bonaccini di far parte, attivamente, della Segreteria Schlein.

Segreteria Pd: avanti con la linea unitaria, ma c’è chi dice no

Non mancano le voci di chi dice no. Secondo alcuni fare questo vorrebbe dire far venire meno una voce di minoranza all’interno del partito. Dalla Segreteria nasce la linea politica ed il rischio, dicono i bonacciniani, è quello di finire appiattiti sulle istanze della Segretaria. Le parole con cui Stefano Bonaccini ha riaffermato la sua disponibilità, infatti, hanno fatto storcere il naso a più di un esponente di Base Riformista. L’area organizzata attorno a Lorenzo Guerini, viene riferito dall’AGI, aveva già espresso scetticismo riguardo a questa possibilità la scorsa settimana, in occasione della riunione presieduta dal governatore dell’Emilia-Romagna, prima dell’assemblea. Non è una questione di bilancino, assicura chi è di questo avviso, semplicemente i riformisti del Partito Democratico preferirebbero restare fuori dall’esecutivo dem per strutturarsi di più come componente politica alternativa a quella che governa il partito. Solo in questo modo, pensano, sarà possibile far emergere una posizione chiara. Ma in questo scenario un ruolo è giocato anche da altri ruoli in attesa di rinnovamento, su tutti quelli relativi ai capigruppo di Camera e Senato. È forse qui che si riversano le attenzioni principali della base riformista della mozione Bonaccini. Siamo al cospetto di una partita unica: un puzzle unico, per comporre il quale servirà più della settimana inizialmente prevista, riferiscono fonti del Pd. Una fonte dell’AGI spiega che:

Circola scetticismo, ma anche rassegnazione: la quota dell’asticella scelta da Bonaccini è così alta che chiunque si dovesse mettere di traverso si assumerebbe una responsabilità importante.

Il rischio, quindi, è di finire nell’isolamento qualora si assuma una posizione diversa da quella di Bonaccini: “Significherebbe costringersi in un angolo, se non peggio”. Le fonti parlamentarie, a proposito di questo, glissano rapidamente con un “Decide Bonaccini”. Fonti dem di Base Riformista sottolineano che, in ogni caso, si sta lavorando per tenere insieme la ex mozione e si segnala che non c’è una preclusione ad entrare in segreteria, “qualora ci fosse un assetto complessivo che riguardasse segreteria e capigruppo”.

Tempi lunghi?

È per questo motivo, quindi, che la linea della Segreteria unitaria è quella più in voga e, probabilmente, quella che prevarrà. Anche perché, nonostante le remore dei riformisti, la maggior parte dell’harem di Bonaccini la pensa come il presidente dell’Emilia-Romagna. Tra questi c’è anche Matteo Orfini che si è detto da tempo favorevole, se costruita intorno ad una linea condivisa, alla collaborazione con la segreteria Schlein. Una cosa è certa: se i desiderata sono chiari, gli equilibri sono ancora tutti da trovare. Ecco perché, per la composizione della Segreteria Schlein, i tempi potrebbero essere più lunghi.