Anniversario della nascita di Diane Arbus, una delle più celebri fotografe del 900 nata il 14 marzo del 1923. Le immagini più conosciuta sono quelle che ritraggono gli esseri umani nella loro diversità, niente ricerca del voyeur preferendo scattare con i soggetti che si trovano nel proprio ambiente. Il disagio delle immagini era più appartenente allo spettatore che si sentiva a disagio di fronte a certi scatti. Riconosciuta in ambito internazionale, ricevette due borse di studio dalla Fondazione Guggenheim e insegnò fotografia in diverse scuole prestigiose. Si tolse la vita ad appena quarantotto anni in seguito a sempre più frequenti crisi depressive.
Anniversario della nascita
Diane Nemerov nasce il 14 marzo 1923 da una ricca famiglia ebrea di New York di origine russa e proprietaria della catena di grandi magazzini Russek’s. È la seconda di tre figli: il fratello maggiore Howard diventerà noto come uno dei maggiori poeti americani; la sorella minore Renée è una scultrice. A soli 14 anni conosce Allan Arbus che sposerà appena compiuti i 18 anni nonostante il rapporto non è ben visto dalla famiglia. Il primo lavoro dei giovani sposi è un servizio fotografico pubblicitario per la catena del padre.
Alla fine della Seconda guerra mondiale Allan e Diane decidono di fare i fotografi, visto che nel 1941 si erano già occupati brevemente di moda e Allan aveva accumulato una notevole esperienza come fotografo nell’esercito. Il primo lavoro pubblicato dalla coppia è del 1947, su Glamour con un servizio sui pullover. Con Glamour lavoreranno spesso negli anni successivi, ma anche con le riviste Seventeen e Vogue.
Nel 1955 una foto di Diane e Allan, un padre che legge il giornale al figlio, sdraiato sul letto, è esposta nella monumentale mostra di Edward Steichen The Family of Man (La famiglia dell’uomo). Ancora alla fine degli anni Cinquanta Diane lavora con una Nikon 35mm. “Mi piaceva la grana. Ero affascinata dal suo effetto nella stampa, perché tutti quei piccoli punti formavano un arazzo e ogni dettaglio andava letto attraverso di essi. La pelle era come l’acqua e il cielo, si aveva più a che fare con la luce e l’ombra che con carne e sangue” spiegherà in una intervista. Nel periodo fra il 1957 e il 1960 Diane scopre l’Hubert’s Museum, un “baraccone” situato all’angolo fra la 42ª e Broadway, dove si esibiscono una serie di bizzarre figure che la Arbus fotograferà più volte negli anni. Intanto matrimonio di Diane e Allan va in crisi arrivando alla separazione nel 1958.
La carriera dopo il divorzio
Diane conosce il distributore cinematografico Emile De Antonio che le fa vedere Freaks, il film del 1932 di Tod Browning, già divenuto un cult movie. Visti i soggetti della Arbus è sicuramente uno dei film che maggiormente si avvicinano alla sua estetica. Fra i primi soggetti fotografati dalla Arbus in questi anni si contano Miss Stormé de Larverie, la donna che si veste da uomo, e Moondog, un gigante cieco con una grande barba e corna da Vichingo che passa otto ore al giorno fra la 50ª ovest e la Sixth Avenue.
La Arbus non si limita a fotografare di sfuggita questi personaggi, ma instaura con loro un’amicizia. Molti di loro vengono fotografati più volte nel corso degli anni, come accade all’uomo messicano affetto da nanismo Cha cha cha, nome d’arte di Lauro Morales, ritratto in una delle foto più famose. Anche se inizialmente viene vista con sospetto dai soggetti, riesce spesso ad instaurare con le persone fotografate un rapporto di intimità, e ad essere accettata da loro.
Negli anni 60 sviluppa un interesse per i nudisti. Nel 1962 Show pubblica le foto di Mae West della Arbus, che sembra però non siano piaciute molto alla diva. Le difficoltà con i soggetti ritratti per i lavori su commissione, che non gradiscono affatto il modo con cui la Arbus li ritrae, saranno una delle costanti del suo lavoro. Nel 1963 Diane Arbus vince la sua prima borsa di studio della Guggenheim.
Il MOMA
Nel 1965 il MOMA presenta tre fotografie della Arbus in una mostra dal titolo Acquisizioni recenti. L’anno prima le aveva acquistato sei immagini più una in regalo. La reazione del pubblico non fu di indifferenza, e spesso le fotografie dovevano essere pulite dagli sputi dei visitatori. Nel 1965 Diane tiene un corso di fotografia alla Parson school of design. Nel 1967 il MOMA espone trenta sue foto nella mostra New Documents, insieme a foto di Garry Winogrand e Lee Friedlander.
La mostra è un grande successo, nonostante le polemiche che la accompagnano. L’etichetta di “fotografa di mostri” che le viene cucita addosso non piace a Diane. Secondo la Bosworth, Diane ha sempre sofferto di crisi depressive, ma a causa di un’epatite contratta nel 1968 smette di prendere gli antidepressivi. Alla fine del 1969 la Arbus si trasferisce al Wesbeth, un condominio di New York che per statuto accetta solo artisti.
Gli ultimi anni di vita
Nel 1970 prova la Pentax 6×7 e ne rimane entusiasta, la visione attraverso il mirino le ricorda quella di “una grande 35mm”. Per poterla acquistare organizza un corso di fotografia a cui partecipano 28 allievi, fra cui troviamo anche Eva Rubinstein. La Arbus è ormai un mito fra i giovani fotografi. Nel 1970 Art Forum pubblica le sue foto, il che è molto insolito per un mensile che di solito si occupa di arte astratta. Nel 1970 Diane inizia a fotografare dei disabili in un istituto. Come suo solito non si tratta di una sola sessione fotografica, ma vi tornerà diverse volte. È la serie che diventerà nota dopo la sua morte con il titolo di Untitled.
La depressione di cui ha sempre sofferto si è fatta più grave, e la donna pare aver perso l’interesse per la fotografia. Anche il crescente carico di responsabilità connesso al successo sembra contribuire a schiacciarla fino al suicidio che arriva il 26 luglio 1971.
Dopo la sua morte
Nell’anniversario della morte 1972 inizia la consacrazione di Diane Arbus. Prima la Monografia della Aperture e poi l’esposizione delle sue foto alla Biennale di Venezia, una partecipazione decisa dalla Arbus poco prima della sua morte, la proiettano direttamente nell’Olimpo dei grandi. Fra le grandi mostre della Arbus dopo la sua morte ricordiamo solo Diane Arbus Revelations del 2004, che per la prima volta rende disponibile al pubblico una grande quantità di documenti biografici e molte foto precedentemente mai pubblicate.