La Juventus ha ricevuto la seconda carta Covisoc, consegnatagli proprio dalla Figc. Questa volta, però, a differenza di quanto successo con la prima carta, non è stato necessario ricorrere al Tar del Lazio, ma il documento è stato consegnato ai bianconeri senza alcun problema. Il club torinese, infatti, punta molto su questi documenti per vincere il ricorso in merito ai quindici punti di penalizzazione attribuitigli a seguito del caso plusvalenze.
La seconda carta Covisoc arriva alla Juventus
I legali della Juventus, Fabio Paratici e Federico Cherubini, avevano richiesto, nella serata di ieri 13 marzo, di poter avere accesso a questo documento. Il ricorso del club, infatti, si basa proprio sul fatto che, all’interno della stessa carta, la Juventus non è mai nominata e ci si limita a parlare di “situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio” in vista di “potenziali iniziative istituzionali”. Non sembra dunque esserci la notitia criminis che la Juve cerca, anche se non era l’elemento centrale delle cento pagine di ricorso bianconero.
Un punto sicuramente a favore della squadra di Allegri, che in conferenza stampa ha sempre sostenuto l’innocenza del club in merito all’inchiesta, ma che comunque non rappresenta una conferma riguardo l’annullamento della penalità. Nelle due pagine inviate, infatti, Paolo Boccardelli, ossia il presidente del Covisoc, scriveva:
Nello svolgimento delle proprie attività istituzionali la Covisoc ha da ultimo individuato situazioni gestionali che, a proprio avviso, meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell’adozione di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc. Si tratta, infatti, di situazioni che presentano tratti concettuali ed operativi idonei ad incidere sui fondamentali dei bilanci delle società sportive professionistiche (e quindi mediatamente sull’equilibrio economico e finanziario delle stesse) e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile ed in maniera sufficientemente generalizzata. Faccio riferimento, in particolare, alle operazioni di compravendita di calciatori le quali, pur concluse per prezzi significativi, comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli) in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione. Non è di certo il ricorso ex se all’istituto disciplinato dall’art. 1241 e ss. del codice civile a destare l’attenzione della Covisoc: al contrario, è la possibilità di ricorrere alla compensazione allo scopo di minimizzare (se non elidere) i flussi pecuniari reciproci fissando, al tempo stesso, prezzi di compravendita dei singoli assets su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese ed intelligibile. Il che, ovviamente, determina una certa (non auspicabile) opacità informativa che rischia di risultare viepiù significativa in presenza di eventuali operazioni fra parti correlate.
La Covisoc, inoltre, ha poi proseguito anche pronunciandosi così:
In tale ottica la Covisoc ha effettuato un’analisi (riferita agli ultimi due esercizi) circa gli effetti sui bilanci di periodo delle società di talune operazioni di compravendita di calciatori. L’analisi mostra quindi (in termini generali) come il cosiddetto trading dei calciatori realizzato dalle società sportive professionistiche – pur avendo garantito copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali – abbia generato pochissima liquidità. Tale fenomeno, ad avviso della Commissione, non può che destare attenzione perché rende difficile apprezzare la reale corrispondenza fra i prezzi convenuti per le singole operazioni, da un lato, ed il reale valore di mercato degli atleti, dall’altro lato.
Una situazione che, quindi, potrebbe avere nuovi importanti cambi di fronte nei prossimi giorni, nonostante, ad oggi, le possibilità per la Juventus di riavere i quindici punti di penalizzazione.