Il Ministero dell’Interno ha sospeso il Sai a Caserta in cui sono ospitati 105 migranti, dopo la richiesta inoltrata a fine dicembre dallo stesso comune che aveva riscontrato diverse criticità per carenze igienico-strutturali. Il Sistema di Accoglienza e Inclusione dei migranti è gestito dal Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) costituito dalle coop Innotec, Esculapio e Format.

Sospeso Sai a Caserta con oltre 100 migranti

Il Comune di Caserta aveva verificato, già a metà dello scorso anno, diversi problemi sia per quanto riguarda i servizi previsti, ma non erogati ai migranti, che per le condizioni igieniche in cui erano tenuti. Anche gli ispettori del Viminale, in occasione dell’accertamento avvenuto negli appartamenti del Sai tra il 15 e il 17 novembre, avevano trovato e riportato varie criticità. 

I 105 migranti ospitati al Sai di Caserta non ricevono più il vitto (5 euro al giorno) da dicembre e il pocket money (3 euro al giorno) addirittura da settembre, come confermato dalle stesse Coop. Dovrebbero ora essere trasferiti in altre province in tempi brevi, anche se per ora non si hanno ancora comunicazioni in merito da parte del Comune. L’Asl ha certificato le condizioni di inabilità delle strutture del Sai. Infatti la manutenzione risulta scarsa o addirittura assente. Alcune abitazioni sono fredde, manca il riscaldamento. Il Comune di Caserta ha quindi dichiarato che “si ripartirà da zero” con un nuovo bando  per il periodo 2023-2025.

L’inchiesta della Procura

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto anche un’inchiesta sulla vicenda in seguito alla denuncia del consigliere comunale di Caserta Raffaele Giovine, presentata a giugno 2022. Lo stesso Giovine aveva riscontrato elettrodomestici non funzionanti, servizi igienici che non potevano essere utilizzati e varie carenze strutturali.

Le problematiche attuali per cui è stato sospeso il Sai a Caserta con più di 100 migranti, stando a quanto dichiarato dalle coop del Raggruppamento temporaneo di imprese, sarebbero legate alla mancata erogazione dei fondi da parte del Ministero. A fronte di un budget annuale di 2,4 milioni di euro, nel 2022 sarebbero arrivati solo 700 mila euro, divisi in due tranche: 400 mila a novembre e 300 mila a febbraio di quest’anno. 

Come riportato dall’Ansa, nei giorni scorsi si era verificata un’altra chiusura. Una struttura situata a San Prisco, sempre nel casertano e usata come Cas- Centro di accoglienza straordinaria- è stata chiusa a causa delle carenti condizioni igieniche. Gestita da una delle coop del Raggruppamento temporaneo di imprese, ospitava 19 migranti.

L’emergenza migranti

Non avendo più il vitto e il pocket money da settimane, i migranti hanno iniziato così ad arrangiarsi per poter andare avanti. Vivono alla giornata, fanno collette. C’è chi ha trovato un’occupazione in nero e chi lavora sottopagato come bracciante o lavapiatti. Qualcuno cerca di racimolare qualche moneta fuori dai supermercati. Alcuni di loro hanno preferito andare via, come raccontato all’Ansa da Gianluca Castaldi della Caritas diocesana di Caserta.  “Spesso nei mesi scorsi i migranti del Sai sono venuti da noi per avere dei servizi che spettavano alle coop attuatrici del sistema” ha detto. “Per esempio li abbiamo accompagnati all’Asl per le vaccinazioni. Qualcuno poi, stanco di non ricevere i pocket money o il vitto, se n’è andato all’estero, in Germania”.

L’emergenza migranti, dopo il terribile naufragio di Cutro, è più che mai un tema caldo della politica. Per fare il punto su migranti e sicurezza, ieri 13 marzo la premier Giorgia Meloni ha riunito a Palazzo Chigi i ministri dell’Interno e della Difesa, oltre che i vertici dell’Intelligence, con Salvini e Tajani in collegamento video.