Claudio Anastasio, manager della società pubblica 3-I che gestisce il software di Inps, Istat e Inail, nominato dal governo Meloni, si è dimesso oggi dopo la polemica su una mail inviata ai componenti del consiglio di amministrazione della società.

La mail, riportata da “Repubblica”, citava esplicitamente e in modo esteso il discorso tenuto da Benito Mussolini il 3 Gennaio 1925 per rivendicare la responsabilità dell’omicidio di Giacomo Matteotti. Un discorso ritenuto da molti storici come un momento simbolico dell’inizio della dittatura fascista in Italia.

Claudio Anastasio: la citazione di Mussolini

Nella giornata di ieri, Lunedì 13 Marzo 2023, infatti i componenti del CdA si sono trovati ad aprire una mail che recitava così:

“Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il Governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo”.

Un testo strano, che ha spinto alcuni tra i riceventi a copiarlo su Google per capire di chi fosse in realtà il messaggio originale. Da qui la sorpresa: le parole di Anastasio sono copiate dal celebre discorso del 3 Gennaio 1925 con cui Mussolini rivendicò la responsabilità politica del delitto Matteotti.

Basta infatti sostituire la parola 3-I con “Fascismo” per ritrovare il discorso su internet.

“Il Governo è il mio Partito, è in piena efficienza. Signori, vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che 3-I fosse finita perché io la comprimevo, che il Partito fosse così in difetto perché io lo esponevo a confronto, e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Se io la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimere 3-I la mettessi a scatenarlo, oh, vedreste allora… la bellezza per l’Italia. Ma non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno e definitivamente la mia sedizione”, conclude il messaggio.

Le reazioni politiche

Un caso, quello della mail di Anastasio, che ha fatto subito insorgere le opposizioni. Dal Partito Democratico il deputato Claudio Mancini sottolinea che “l’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole” e chiede la revoca della nomina di Anastasio alla guida della società pubblica 3-I.

“Il governo spieghi in Parlamento perchè è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda“, aggiunge Mancini.

“Ma lo sa Anastasio che il ventennio è finito? La sua era una minaccia al Cda dell’azienda pubblica che guida? Dopo Donzelli e Delmastro che si scambiano carte riservate, il sottosegretario Fazzolari che propone il tiro a volo nelle scuole, il ministro Valditara che attacca una preside rea di aver avvisato i propri studenti sul fascismo, e il ministro Piantedosi che ha inventato di sana pianta la ricostruzione sui fatti di Cutro ora il manager Anastasio che cita Mussolini“, è invece l’invettiva di Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra e presidente del gruppo Misto del Senato.

Le dimissioni del manager

Queste polemiche hanno avuto effetto immediato. Questa mattina infatti Anastasio ha firmato le proprie dimissioni da presidente di 3-I:

“Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato”.

Le dimissioni sono state, in seguito, confermate dall’agenzia di stampa Ansa.

“Doverose le mie dimissioni”, si è limitato a rispondere poco fa, Anastasio interpellato dall’AGI.

La senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama in seguito alle dimissioni di Anastasio ha affermato:

“Le dimissioni di Claudio Anastasio, presidente della società pubblica 3-I, erano più che doverose dopo l’ignobile mail che ha scritto al cda copiando le parole di Mussolini sull’omicidio Matteotti. Purtroppo siamo di fronte all’ennesima pezza messa sugli enormi buchi fatti dal governo Meloni. Le nomine ai vertici delle società partecipate sono un aspetto importante della vita pubblica italiana. Quali sono i riferimenti culturali dei dirigenti che il governo sta piazzando in organismi chiave del Paese? A quale modello sociale e istituzionale guardano? Sarebbe un errore derubricare questa vicenda ad episodio singolo, purtroppo è una matrice che si replica”.